La chiesa è progettata nel 1962 da Ignazio Gardella nel quartiere direzionale di Metanopoli ed èdedicata in onore del presidente dell’ENI Enrico Mattei che fortemente l’aveva voluta.Questa si sviluppa tramite una successione di blocchi quadrangolari che racchiudono uno spaziointerno fluido e protetto: le uniche aperture sono date da due fasce continue, una sotto il tettoa capanna e una all’altezza dell’occhio, che alleggeriscono l’edificio e permettono il contattovisivo con l’esterno

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Impianto urbanistico e contesto di riferimento

La chiesa viene prevista per la nuova espansione del quartiere di Metanopoli, ideato fin dal 1952 dall’architetto Mario Bacciocchi e da Enrico Mattei per ospitare i lavoratori dell’ENI, secondo un sistema che integrasse abitazioni, servizi e natura circostante. La chiesa progettata da Gardella viene dedicata a Sant’Enrico in onore proprio di Mattei, scomparso tragicamente in un incidente nel 1962; essa è concepita all’interno di un nuovo quartiere residenziale, ad opera dello stesso autore, che non è stato realizzato. L’assenza di aree precise e strade preesistenti a cui allinearsi ha permesso lo sviluppo di una pianta libera senza perdere l’unità della composizione. Le tracce del vecchio progetto urbanistico si individuano nei due corpi che contengono le opere parrocchiali: il primo si innesta nella parte terminale dell’edificio religioso, mentre al suo fianco si sviluppa, con un andamento ad L, il secondo corpo.

Facciata principale

La facciata si presenta molto scarna nella semplicità del cemento e nell’eleganza delle due sottili cornici in pietra bianca che corrono lungo tutto il perimetro. Essa può essere interpretata come la testata di un volume in espansione che si articola, secondo una pianta ad andamento spezzato, fino a richiudersi all’altezza dell’altare: le successione di pareti piegate dona una dinamicità ai lati del prospetto principale, valorizzato non solo in altezza, ma anche in profondità. La composizione viene articolata per la presenza di una fascia basamentale, anch’essa continua per l’intero perimetro, e per l’architrave collocato sopra l’ingresso: la pietra bianca utilizzata suggerisce un orizzontalità che viene ripresa dal tetto a capanna che chiude l’intera architettura. L’assenza di decorazioni determina una superficie austera che si presenta come un fondale ideale per la croce esterna che concentra ogni attenzione e rivela la destinazione dell’edificio.

Organizzazione interna

La pianta longitudinale a croce, amplificata dalle continue sporgenze e rientranze dei muri perimetrali, determina un ambiente unitario di grande effetto; i muri vengono tagliati da due fasce vetrate al di sopra del basamento e al di sotto della copertura, creando l’illusione di una scatola definita da superfici sospese. L’altare viene collocato nella parte terminale ad un livello più alto e inquadrato da due leggii disposti in maniera simmetrica; la sua posizione è esaltata dalla convergenza della pareti che creano un’abside in penombra, in contrasto con la luce soffusa che entra dai tagli orizzontali. In generale le finestre sono concepite per donare alla chiesa, costruita in cemento armato lasciato a vista, un globale senso di leggerezza, anche tramite la ricerca di contatto visivo con il mondo esterno visibile dalla fascia vetrata collocata ad altezza occhio. L’impostazione della pianta centrale permette allo stesso tempo di creare suggestivi tagli alle pareti laterali senza che questi influenzano del tutto la percezione generale: nella parte iniziale sono presenti due aperture laterali, mentre nelle pareti che racchiudono lo spazio più ampio sono ritagliate due grandi croci.

Caratteristiche strutturali

L’edificio è progettato con una struttura in cemento armato a muratura continua che si regge sull’irrigidimento delle pareti disposte a 90 gradi una rispetto all’altra. La copertura appoggia sulle pareti tramite dieci piccoli pilastri in acciaio e cemento, mentre le travi piene in acciaio sono ricoperte da un tetto in rame e un solaio rivestito in legno lamellare.

Aspetti liturgico-pastorali

Il progettista immagina un ambiente organico che possa avvolgere i fedeli durante la celebrazione e allo stesso tempo costituire un riparo sicuro che non perda il contatto con la natura circostante. Lo spazio liturgico trae forza non solo dalla sua dinamicità, ma dalla corrispondenza tra esterno ed interno: alla luce viene dato il compito di connotare il luogo sacro, rinunciando ad effetti scenografici che caratterizzano l’altare e concentrando l’attenzione sullo stupore di un volume che si presenta leggero e, a dispetto dei materiali utilizzati, accogliente.

Opere d’arte

E’ presente una Croce di cemento collocata sulla facciata esterna e due statue della Madonna: una bronzea sul sagrato e una lignea sul lato sinistro. Il motivo della croce viene riproposto più volte, sia nei tagli della parete, sia nell’opera d’arte lignea posta al di sopra dell’altare; nello stesso filone si inseriscono le lampade, sospese o attaccate a parete, disegnate dallo stesso progettista. Lungo lo spazio interno sono collocate quattordici icone che rappresentano la Via Lucis: la sequenza aperta dalla Trinità segue la raffigurazione dei due cicli classici della nascita e della morte e resurrezione di Gesù, mentre chiude un’icona del Pantocrator. Sono presenti anche due opere di Adam Cinquanta: Esaltazione della Santa Croce in vetro e legno di ulivo e Venite!, un pannello di grandi dimensioni raffigurante una mano con i segni del chiodo.

Breve vita Autore

Ignazio Gardella è stato un architetto, ingegnere e designer tra i più creativi all’interno del panorama progettuale italiano ed europeo, attraverso un lungo percorso di sperimentazione e confronto critico con i modelli della storia architettonica. Tra le opere più importanti va ricordato il dispensario antitubercolare di Alessandria (1934-38), il Padiglione di Arte Moderna a Milano (1947-54 e 1996), le residenze Borsalino ad Alessandria (1948-52), la casa alle Zattere a Venezia (1953-58), il quartiere di via Feltre a Milano (1957-61) e la Facoltà di Architettura a Genova (1975-89).

Altri progetti sacri

Gardella ha la possibilità di confrontarsi con il tema dell’architettura sacra a partire dalla chiesa di San Francesco d’Assisi concepita e costruita per il quartiere INA-Casa (1951-63) di Cesate (MI), progettato da una squadra di architetti di cui lo stesso progettista fa parte.