La cappella, concepita nel 1960, è inserito all’interno di un caseggiato secondo una prassi delperiodo in cui era arcivescovo Montini di fronte alla mancanza di terreni per l’edificazione dinuove chiese a Milano. L’entrata viene segnalata da un timpano rivestito in legno e chiuso dauna pensilina sporgente. L’interno presenta una navata unica con cappelle laterali e l’altareilluminato da una lanterna. I numerosi mosaici all’interno e le formelle in bronzo alle ported’accesso sono ad opera di Nicolò Sebastio

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Impianto urbanistico e contesto di riferimento

L’opera nasce nella seconda metà degli anni Cinquanta come risposta al crescente bisogno di spazi sacri per la comunità all’interno della città di Milano, in assenza di terreni adeguati per nuove costruzioni. Questa cappella è un esempio di chiesa domestica in quanto inserita all’interno di caseggiati pur conservando la propria identità; altri esempi sono dati dalla chiesa di Mater Amabilis ad Amendola Fiera, Maria Regina Mundi in zona Bocconi e Santa Teresa in zona Sempione. L’edificio si trova nel quartiere di Città Studi, in una zona prevalentemente residenziale, caratterizzata sia da villette a schiera, sia da palazzi con appartamenti. La dedicazione è dovuta al tema della paternità divina, scelto dalla Diocesi per l’anno 1957 come missione pastorale all’interno della città. La costruzione è stata possibile grazie alla sinergia tra la vicina parrocchia di SS. MM. Nereo e Achilleo e l’ordine missionario dei padri Comboniani che hanno retto la chiesa fino al 1986; da allora la cappella è a disposizione dei sacerdoti della parrocchia.

Facciata principale

La facciata protesa in avanti si contrappone al condominio arretrato ed è caratterizzata da un cornicione spezzato rivestito in legno e chiuso da una pensilina sporgente. Questa è compresa entro i telai che posteriormente sorreggono i balconi delle abitazioni. La composizione è completata da una fascia vetrata gialla che separa il cornicione dal basamento in granito rosso, nel quale sono inseriti un portale ligneo centrale e due laterali con rilievi in bronzo che riprendono il tema della dedicazione. Questi, assieme alla Croce collocata sotto la pensilina, sono gli unici elementi che denunciano la funzione dell’edificio che altrimenti si presenterebbe come un semplice spazio aggregativo all’interno del quartiere. L’accesso, che conduce al livello inferiore della cappella, si articola secondo un sistema complesso di doppie scale: esse costituiscono un altro spazio filtro poiché sono separate da un’ulteriore vetrata e consentono un’entrata sia centrale che laterale.

Organizzazione interna

La pianta è composta da una semplice navata unica con il pavimento in marmo bianco e nero discendente verso l’altare. Questo viene rialzato e avvolto da una parete concava che funge da abside ed è decorata da un grande mosaico che raffigura la Crocifissione e la presenza del Padre e dello Spirito Santo. Attorno alla composizione sono presenti i simboli dei quattro evangelisti, il sole con il monogramma di Cristo e la luna con il nome di Maria. In basso appare una suggestiva nave che veleggia al soffio dello Spirito che simboleggia la comunità cristiana guidata dai suoi pastori e dallo Spirito. L’intero presbiterio inoltre è delimitato da una balaustra in ferro con la raffigurazione dell’ultima Cena ed è illuminato da un lucernario circolare; questo si presenta con tre cerchi concentrici a simbolo della Trinità ed chiuso da una lanterna. L’accesso è inserito tra le tre colonne rivestite in marmo presenti sulla destra: esse, insieme alle corrispettive sul lato opposto, donano alla zona della celebrazione uno slancio verticale, assieme alle vetrate colorate ai lati del grande mosaico. Infine, oltre all’altare in marmo bianco, decorato con spighe che richiamano il pane della Vita, è presente un tabernacolo in rame sbalzato. Le pareti interne sono rivestite con listelli di pietra chiara e inserti dorati e con doghe di legno. Sul lato destro si sviluppano le cappelle con balaustre in ferro, arricchite con mosaici e sculture in bronzo. L’ultima cappella prima dell’altare ospita un piccolo organo, mentre sulla parte opposta trovano spazio i confessionali. La copertura piana intonacata di bianco riceve luce dai neon posizionati lungo la fascia superiore per ridistribuirla in tutta la cappella.

Caratteristiche strutturali

La cappella è integrata nel sistema strutturale del condominio ed è sostenuta da un telaio in cemento armato.

Aspetti liturgico-pastorali

L’edificio ha l’aspetto di un luogo sacro discreto che accoglie i fedeli con semplicità ed efficacia. Il pavimento leggermente ribassato verso l’altare valorizza il coinvolgimento dei presenti verso la celebrazione: la comunità qui raccolta ha la possibilità di stringersi intorno al celebrante, illuminato dalla lanterna centrale. L’impostazione pre-conciliare della cappella è visibile dalla balaustra che interrompe il contatto diretto tra il sacerdote e i fedeli: nonostante ciò, la forma ridotta dell’aula favorisce un’intensa partecipazione. Questa viene stimolata attraverso il netto stacco dell’assemblea dalla strada e attraverso le cappelle laterali che si presentano come fondali più che come luogo di sosta e preghiera.

Opere d’arte

La maggior parte delle opere sono state realizzate da Nicola Sebastio: il mosaico della “Trinitas in cruce” nella parte terminale, le balaustre in ferro arricchite da pietre colorate, il tabernacolo in rame e gli elementi bronzei collocate sui portali d’accesso e nelle cappelle laterali. All’interno di queste sono presenti altri mosaici realizzati dai suoi allievi; infine le due vetrate colorate che illuminano l’altare raffigurano lo Spirito Santo e la Comunione e sono realizzate dalla ditta Poli. Le realizzazioni citate offrono un interessante esempio dell’opera di uno dei più grandi artisti italiani della seconda metà del Novecento, capace di coniugare espressione artistica e tensione spirituale al servizio del messaggio cristiano: un lavoro reso ancor più autentico in quanto eseguito non solo da un artista, ma anche, e soprattutto, da un parrocchiano.

Breve vita Autore

Ernesto Cavalletti è stato l’architetto che ha realizzato il condominio in via Saldini 26-28; la sua frequentazione della parrocchia dei SS. MM. Nereo e Achilleo, analogamente a Nicola Sebastio, gli ha permesso di essere il progettista della cappella ausiliare di Dio Padre.