La chiesa viene costruita su progetto di Guido Maffezzoli per l’espansione del quartiere di PonteLambro, a Sud-Est di Milano. L’edificio è composto da un campanile isolato e due parallelepipediaffiancati per il lungo e posizionati ad una quota diversa: lo spazio più grande ospita l’aulaassembleare e l’altare, mentre quello più piccolo e rivolto su strada accoglie la cappella feriale ela sagrestia. La vetrata del battistero che raffigura l’albero della vita è ad opera di Guido Strazza

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Impianto urbanistico e contesto di riferimento

L’edificio viene progettato per il quartiere di Ponte Lambro, situato all’estrema periferia Sud-Est di Milano che conosce un forte incremento demografico a partire dagli anni Sessanta, sottraendo terreno all’antico comune di Morsenchio. Essa rientra nel piano del cardinale Montini del 1962/63, “22 chiese per 22 concili”, promosso per celebrare l’apertura del Concilio Vaticano II. Il volume sviluppato lungo via Parea viene caratterizzato da una forte orizzontalità, in contrasto con la verticalità accentuata dal campanile, pensato come segno forte della chiesa in mezzo al quartiere. L’edificio viene composto da due parallelepipedi affiancati per il lato lungo e comunicanti tra loro: esso si presenta come un’architettura dalle forme rigorose in opposizione alla disordinata edilizia circostante.

Facciata principale

Il fronte d’ingresso è posto ad un livello rialzato rispetto alla strada e si affaccia verso un ampio sagrato attestato lungo il lato corto del complesso. Esso è raggiungibile da via Parea attraverso un’ampia scalinata e dalla via laterale tramite dei gradini curvilinei: essi sono definiti da un muro in cemento semicircolare che circonda la vegetazione antistante. Il prospetto si presenta come una parete molto semplice, priva di decorazioni e rivestita da pannelli in graniglia, al pari di tutto il volume e della parte superiore del campanile. Lo spazio d’accesso viene chiuso dal piccolo volume sporgente del battistero, mentre è ben leggibile anche dall’esterno la differenza di quota dei due corpi longitudinali. Il progettista concepisce la facciata lungo via Parea come un altro possibile prospetto rivolto verso la città; la composizione assume particolare significato per la disposizione centrale del campanile disegnato con interessanti soluzioni: da un lato la parte inferiore è un volume di sezione minore che favorisce un effetto chiaroscurale, dall’altro la parte superiore è definita solo da due muri per lasciare spazio di movimento per la campana.

Organizzazione interna

L’impianto della chiesa si presenta come uno spazio tradizionale: alla navata unica, ideata con un’impostazione progettuale che non lascia molto spazio alla decorazione, viene affiancata una più piccola; essa accoglie l’altare minore, le cappelle di devozione, i confessionali, la sagrestia, un magazzino e un ulteriore ingresso da via Parea, in prossimità del campanile. Così concepita la navata diventa uno spazio di distribuzione che immette, tramite pochi gradini, nell’aula assembleare, poiché non esistono muri divisori ma solo tre pilastri a sezione rettangolare. L’illuminazione viene garantita sia grazie a tubi fluorescenti non visibili, sia tramite i tre lucernari quadrati disposti lungo la navata maggiore: uno di questi è collocato sull’altare rialzato. Il progettista disegna anche una fascia vetrata nello scarto esterno presente tra i due volumi affiancati per ricavare un’ulteriore fonte di illuminazione, alla quale si aggiungono altri tre piccoli lucernari sopra la cappella e la sagrestia. Nell’aula più grande sono anche presenti un pulpito addossato sulla parete di sinistra e la cantoria in prossimità dell’entrata; al livello inferiore invece sono stati realizzati la cappella iemale e i locali parrocchiali. Il battistero è pensato come volume indipendente ma è collegato alla chiesa tramite un passaggio in prossimità della cantoria. Il centro parrocchiale prevede anche un oratorio.

Caratteristiche strutturali

L’architettura presenta una struttura molto semplice in cemento armato con muri perimetrali e pilastri interni che sorreggono un sistema di travi a sezione rettangolare e una copertura piana.

Aspetti liturgico-pastorali

L’ambiente viene concepito come un tempio austero che possa favorire la meditazione e la partecipazione dei fedeli. Il senso di comunità viene accentuato da uno spazio fluido in cui ogni elemento è visibile e dove la luce definisce il grado di importanza degli ambienti. L’intera composizione procede attraverso semplici linee geometriche e si arricchisce grazie ai differenti livelli che testimoniano il percorso ascensionale verso il Divino; in questo progetto non viene perseguito un effetto scenografico, bensì un senso di delicata armonia degli spazi, come dimostra la continua alternanza di pieni e vuoti, presenti anche nel solaio di copertura.

Opere d’arte

La vetrata presente nel battistero che raffigura l’albero della vita è realizzato da Guido Strazza, autore anche della Via Crucis dipinta su piccoli pannelli lignei di forma quadrata collocati sulla parete Ovest.

Breve vita Autore

Guido Maffezzoli è un architetto e già professore presso il Politecnico di Milano. All’interno della sua produzione architettonica possono essere ricordate opere importanti quali le residenze e uffici progettati in via Anelli a Milano (1955) e un edificio abitativo in via dei Partigiani a Bergamo (1953).

Altri progetti sacri

Il tema dell’architettura religiosa ritorna successivamente nell’opera dell’architetto con il progetto per la chiesa di San Biagio a Biella (1953) e la chiesa di Sant’Ilario Vescovo (1992-94) costruita al quartiere Bonola di Milano e presente nell’itinerario.