La chiesa è progettata da Vico Magistretti e Mario Tedeschi nel 1947 e realizzata nel 1955.È situata al centro del quartiere QT8 a Milano, realizzato in occasione della VIII Triennale di Milanonel secondo dopoguerra. L’edificio a pianta centrale è dominato da una grande copertura conicae un porticato circolare che ne regola l’accesso. All’esterno si trova la statua della Vergine di donMarco Melzi, mentre all’interno è custodita un’altra statua dedicata alla Madonna di Leone Lodi

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Impianto urbanistico e contesto di riferimento

La chiesa viene concepita insieme alla progettazione del nuovo quartiere sperimentale QT8, costruito nel secondo dopoguerra all’interno dell’ottava edizione della Triennale di Milano del 1947. La richiesta di nuove case in risposta all’emergenza abitativa in corso si presta come l’occasione per pensare ad una città differente, che possa svilupparsi secondo aspetti di qualità residenziale: il risultato è un quartiere con una forte presenza di verde, diverse tipologie di case (dalle villette a schiera fino ai condomini ad undici piani con ballatoio) e numerosi servizi sociali (parco, scuola, metropolitana, chiesa). Simbolo della rinascita di Milano, il quartiere QT8, realizzato sotto la direzione di Piero Bottoni, costituisce un esempio di uno sviluppo urbano alternativo l’edificio religioso è posto in posizione centrale poiché immaginato come luogo aggregativo in cui le persone possano incontrarsi e relazionarsi.

Facciata principale

La chiesa non presenta un unico fronte in quanto la pianta è circolare: il concorso indetto per la sua progettazione premia la soluzione innovativa presentata dagli architetti. L’edificio prende vita dal rapporto che intercorre tra due cerchi concentrici ma sfasati tra loro; quello più piccolo corrisponde alla chiesa vera e propria mentre quello più grande comprende il porticato esterno. Esso è delimitato da pilastri in cemento che si raccordano alle travi formando diversi portali d’accesso. Tale spazio di filtro si riduce nella parte posteriore fino a sparire: attraverso questo è possibile accedere al battistero e alla sagrestia, i quali costituiscono gli unici volumi autonomi rispetto all’edificio compatto. Nella parte a destra, rispetto all’altare, la circolarità viene interrotta dal raccordo presente tra la chiesa e la casa parrocchiale.

Organizzazione interna

Lo spazio unitario è dominato dalla grande copertura conica rivestita in rame che si stende, lungo le travi interne fino alle travi del porticato, come una tenda. Il simbolo del riparo in mezzo agli uomini viene ripreso dal Vangelo di Giovanni e conferisce allo spazio una forte carica suggestiva che invita i fedeli a raccogliersi in preghiera. Una doppia scala porta alla balconata che corre per tutto il perimetro della chiesa; il matroneo così concepito aveva la funzione di ospitare un grande numero di persone, mentre ora è solo sede dell’organo e della cantoria. Grande contrasto è dato dai materiali: il cotto, usato come richiamo alla tradizione architettonica lombarda, si contrappone al cemento e chiarisce la distinzione tra elementi portanti e portati. Sia le pareti interne sia quelle esterne sono infatti costruite in mattoni, le cui tessiture consentono anche decorazioni geometriche che danno movimento alle pareti circolari interne che dall’ingresso convergono visivamente verso l’altare. Questo è al centro della composizione liturgica e si presenta rialzato su un basamento con gradini in granito rosso e circondato da una balaustra rivestita in marmo bianco e nero. Al livello inferiore, con accesso diretto della strada, sono presenti i locali parrocchiali.

Caratteristiche strutturali

La struttura in cemento armato viene lasciata a vista ed è composta da un sistema complicato di pesi: dalla sommità della copertura, in mattoni, partono sedici travi radiali che poggiano sulle travi esterne e sui pilastri. Il sistema viene reso più rigido grazie alla presenza di un anello in cemento posto alla base della copertura che ha la funzione di ridistribuire il peso. Grande effetto plastico viene dato alle travi che sembrano fuoriuscire dalla parete perimetrale interna intonacata.

Aspetti liturgico-pastorali

Inizialmente l’altare era rivolto verso il Crocifisso posto in fondo. Nonostante la chiesa sia stata concepita negli anni antecedenti al Concilio Vaticano II (1962-65), il suo impianto appare molto innovativo per il momento storico in cui è nata, in quanto il coinvolgimento dei fedeli è attentamente ricercato. L’effetto viene ampliato anche dallo schermo in cemento intonacato che copre l’ingresso alla sagrestia; esso non separa le funzioni che il programma liturgico prevede ma esalta il movimento circolare di cui il fedele si sente partecipe e che ha come punto focale sempre l’altare. L’illuminazione è un altro aspetto importante: le piccole finestre tra i pilastri consentono infatti l’entrata di luce naturale solo dall’alto e in modo diffuso; queste non erano però previste dai progettisti. Grande effetto provoca anche il contrasto tra il cemento e i pannelli di noce scura che introducono ai confessionali incassati nella sagrestia. La percezione dell’ambiente unitario viene determinata proprio dall’idea di mantenere continua la facciata interna senza interruzioni.

Opere d’arte

La statua della Madonna in marmo nel giardino antistante è opera di don Marco Melzi, mentre a sinistra dell’altare vi è la zona dedicata al Santissimo Sacramento, con la statua della Vergine realizzata da Leone Lodi; ai lati dell’ingresso principale è possibile notare due edicole incastonate nella parete e decorate a mosaico su progetto di Peruzzo. L’altare custodito presso il battistero invece è in bronzo. Infine sono presenti il grande Crocifisso e la Via Crucis in legno della Val Gardena. Quest’ultima viene sostituita durante il periodo natalizio e pasquale da pannelli lignei dipinti dalla comunità: essi hanno una funzione narrativa che il movimento circolare della chiesa esalta.

Breve vita Autore

Vico Magistretti è stato un importante architetto che ha segnato il dibattito culturale milanese e italiano dall’architettura al design. Tra le sue opere sono da ricordare la Torre di appartamenti del Parco a Milano (1953-56), il quartiere San Felice a Milano con Caccia Dominioni (1961), il municipio di Cusano Milanino (1969) e il deposito ATM a Milano Famagosta (1989). Tra i fondatori dell’ADI (Associazione per il Disegno Industriale) realizza numerosi prodotti di Design e collabora con diverse aziende prestigiose per tutta la sua carriera: celebre è la lampada Eclisse per Artemide (1969). Mario Tedeschi è stato un architetto che ha progettato durante la seconda metà del Novecento all’interno del dibattito architettonico milanese. La sua produzione ruota intorno al progetto della casa moderna: dalle pagine di “Domus” di cui è stato redattore fino alle numerose abitazioni, tra cui è bene ricordare la Garden House in via Giovio a Milano. Importante è anche la sua attività di designer per cui disegna la lampada Claritas (1946) con Magistretti e realizza diverse sedie ed oggetti per Lida Lev.

Altri progetti sacri

Dopo l’episodio del quartiere QT8, Magistretti ha modo di confrontarsi con l’architettura sacra tramite la chiesa a Rescaldina, Varese (1950); Tedeschi invece lavora diverse volte per la Diocesi di Milano disegnando la chiesa di Santa Marcellina (1956-58), presente nell’itinerario, Santa Maria Goretti e San Giovanni Bosco, tutte realizzate nel capoluogo lombardo.