La chiesa fu progettata dallo studio Gabetti e Isola per la parrocchia di San Giuliano Milanese tramite un concorso nel 1998. Il cortile, circondato dai porticati e dalla torre campanaria, è il fulcro del progetto: qui si affacciano gli edifici parrocchiali e la chiesa stessa. L'interno si presenta molto luminoso con aperture a semicerchio e con una tessitura in mattoni che ricorda i cascinali lombardi. Gli arredi sacri sono stati pensati dagli stessi progettisti in collaborazione con Bruno Martinazzi

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Impianto urbanistico

Il progetto è l’esito di un concorso ad inviti indetto dalla CEI nel 1998 per la costruzione di un nuovo centro parrocchiale nella cittadina di San Giuliano Milanese; il nome del complesso richiama la piccola chiesa preesistente nella frazione di Zivido costruita nella seconda metà del Quattrocento. La scelta di progettare edifici secondo uno sviluppo orizzontale si pone in netto contrasto ai blocchi residenziali verticali, edificati in serie nella periferia milanese. La presenza di un sagrato circolare, inteso come una piccola piazza circondata da portici, serve a creare un ambiente di protezione e di accoglienza dei fedeli. Lo spazio unitario tra piazza e chiesa si propone come luogo di socialità per gli abitanti, che possono accedere alle funzioni parrocchiali da più parti attraverso numerosi percorsi pedonali che si sviluppano nell’area verde circostante; tale area è concepita come fascia di decompressione dalla routine della vita quotidiana e preparazione allo spazio sacro. Lungo l’asse principale della piazza è collocata una piccola torre, costituita da quattro colonne rivestite in mattoni e con un cono di rame in sommità: tra di esse si incastra una più grande copertura conica in rame. La presenza delle campane la rende un elemento riconoscibile dell’architettura religiosa, senza la pretesa di essere il portale principale di accesso. Sul cortile si affacciano tutti i locali della parrocchia quali l’oratorio, gli uffici, la sacrestia e l’abitazione del parroco; tutte le funzioni sono unite dal movimento continuo del tetto che, tramite la diversa inclinazione delle falde, raccorda i diversi elementi del progetto in un’unità, ma assume un andamento frastagliato che valorizza la composizione architettonica.

Facciata principale

La facciata si presenta con un grande arco rivestito in mattoni e riempito da una grande vetrata con telaio bianco in legno. Oltrepassata la porta a vetri si accede ad uno spazio di accoglienza prima di varcare una seconda vetrata analoga al primo che consente l’entrata in chiesa. I progettisti hanno voluto valorizzare l’ingresso non solo con l’inserimento di elementi tecnologici come la vetrata, ma anche con l’evidenza dell’elemento strutturale quale è la trave lamellare del tetto che, nel suo piegarsi, aggiunge alla facciata anche la forma del triangolo: un richiamo sottile alle antiche facciate romaniche a capanna.

Organizzazione interna

La chiesa è costituita da un unico grande vano a forma ellittica. Colpiscono le possenti colonne rivestite in laterizio che sorreggono travi lamellari e travetti sui quali si stende una copertura a doppia falda che sale dall’ingresso fino al centro dello spazio assembleare per poi ridiscendere verso l’altare. Sulla parte destra è visibile un ambiente cilindrico che ospita il battistero illuminato direttamente dall’alto, mentre a sinistra è collocato lo spazio devozionale per l’adorazione del Santissimo Sacramento e, in posizione più arretrata dall’altare, la sacrestia e la penitenzeria. La pavimentazione della chiesa è in cotto, mentre quella del sagrato è realizzata con autobloccanti disposti a listelli; la loro trama è interrotta da inserti in pietra di Luserna che segnano il perimetro dell’aula e l’asse di collegamento centrale tra l’entrata e la zona dell’altare. I toni caldi dell’ambiente presentano lievi contrasti di cui i progettisti si servono per evidenziare alcuni elementi: le architravi, le cornici delle finestre rettangolari e semicircolari sono in laterizio, mentre le travi sono intonacate di azzurro. L’unica sovrapposizione di elementi avviene nella parete terminale che vede uno strato di mattoni alternati che richiamano i vecchi cascinali lombardi e, davanti ad esso, una vetrata continua e intelaiata che rivela, ancora una volta, la modernità dell’edificio.

Caratteristiche strutturali

Le strutture sono costituite da pilastri rotondi in cemento armato rivestiti in laterizio, su cui appoggiano travi lamellari in larice. I mattoni per la muratura interna sono porosi, mentre i mattoni esterni sono disposti a fasce di colore alternato, con basamento e finitura superiore in pietra di Luserna. La torre campanaria è ricoperta da una lamiera di rame preossidato così come canali di gronda e i pluviali, mentre le falde sono costruite con una trama di coppi rossi.

Aspetti liturgico-pastorali

L’altare è rialzato in posizione centrale e gode di buona illuminazione che ne valorizza il ruolo. Il luogo della Sacra Lettura è posto un poco più in alto e avanzato rispetto ai gradini che circondano la zona circolare della celebrazione. Essa appare ben incorniciata dalla parete di fondo in mattoni disposti a treillage e dal battistero di fianco. Anche se le panche non sono posizionate ad anfiteatro, il senso di comunità assembleare è percepibile dalla forma ad ellisse che sembra avvolgere tutti i fedeli e convogliare il loro sguardo verso il fuoco principale: il basamento circolare sul quale opera l’officiante.

Opere d’arte

L’arredo sacro comprende la sede del leggio, il tabernacolo, il fonte battesimale: il tutto disegnato dagli architetti insieme a Bruno Martinazzi. In particolare il fonte battesimale è costituito da una grande mano disposta a coppa e illuminata dal lucernario in vetro e alluminio. Grande valore assume il Crocifisso in pietra che esprime la sofferenza e il sacrificio del figlio di Dio.

Breve vita Autore

Lo studio Gabetti & Isola è stato attivo dal 1950 al 2000, fino alla morte di Roberto Gabetti; successivamente lo studio è stato rinominato Isolarchitetti. Le opere progettate hanno avuto un notevole impatto sull’eredità del Movimento Moderno in Italia e su una sua lettura critica. Da ricordare la Borsa Valori (1952-56) e la bottega di Erasmo (1957-59) a Torino, l’unità residenziale Ovest Olivetti ad Ivrea (1969-75), il palazzo di Giustizia ad Alba (1982-87) e il quinto palazzo per uffici ENI a San Donato Milanese (1985-92).

Altri progetti sacri

Lo studio si è sempre dimostrato molto sensibile al tema dell’architettura sacra e alcuni esempi sono costituiti dal monastero delle Carmelitane a Quart (Aosta) (1984-89), il centro parrocchiale della Santa Famiglia a Palmi (1996-2005) e la chiesa di Santa Maria in Zivido (1997-2008), entrambe progettate con Flavio Bruna.