La chiesa di Gio Ponti del 1963 è la cappella dell’Ospedale San Carlo a Milano.La pianta ad esagono allungato è attraversata al centro da un percorso con doppio accessorialzato. La parte terminale e il presbiterio sono rialzati e sul lato meridionale sono presentiuna cappella e il battistero. La stessa facciata accoglie al suo interno le rappresentazioni ligneedei Santi Ospedalieri di padre Costantino Ruggeri, mentre gli arredi disegnati da Ponti sonorealizzati dalla scuola Beato Angelico

IMG-20240201-WA0022

Impianto urbanistico e contesto di riferimento

La chiesa viene concepita come cappella dell’ospedale San Carlo, inserita all’interno dell’intero complesso al termine di una strada che devia dal percorso principale. Secondo l’impostazione planimetrica si presenta come un elemento indipendente dall’ospedale ma collegato ad esso tramite una percorso coperto che conduce al braccio Ovest, di cui riprende lo stesso andamento. Dietro l’edificio sacro è stato disegnato un’area aperta prospettica che ora ospita il parcheggio per il personale dell’ospedale. La concezione di un volume autonomo è frutto del percorso progettuale di Gio Ponti che in questa chiesa ha potuto realizzare un’idea già sperimentata in altri progetti: l’architettura intesa come forma finita e come opera d’arte totale. L’incarico viene affidato all’architetto milanese per il suo coinvolgimento nella progettazione del complesso sanitario in qualità di consulente generale.

Facciata principale

L’edificio viene progettato con la forma di un esagono allungato tagliato da due ingressi sul lato lungo al centro delle rispettive facciate. Ponti immagina la chiesa come una nave e ciò viene enfatizzato dalla scalinata che funge da passerella di collegamento tra il terreno e il livello dell’aula assembleare, posto più in alto; i gradini portano ad un ingresso valorizzato da quattro cornici cuspidate che immettono in un piccolo atrio e, successivamente, nella chiesa stessa. La facciata è traforata da diverse finestre esagonali disposte su tre ordini; le uniche variazioni sono costituite dall’ordine inferiore, dove l’esagono delle aperture è tagliato a metà, e dalla finestra centrale posta sopra l’ingresso, sfalsata rispetto alle altre e arricchita dalla statua dell’Annunciazione ivi collocata. Il rivestimento dell’intero edificio è in piastrelle di ceramica a punta di diamante che crea un particolare effetto luminoso alla facciata; inoltre gli elementi strutturali sono lasciati a vista e contribuiscono ad accentuare la verticalità dell’edificio insieme alle fasce di vetrocemento e alle croci collocate in sommità delle facciate, sia sugli angoli, sia al centro dei lati lunghi. Completa la composizione il tetto rivestito in rame discendente sulle facciate principali e racchiuso dai muri ai lati corti che si presentano come grandi scafi di rinforzo dell’intero volume.

Organizzazione interna

Lo spazio interno è formato da un’aula unica con la parte terminale e la zona dell’altare rialzate: tale conformazione richiama ancora la forma della nave e viene contrapposta alla forte verticalità suggerita dai pilastri lasciati in evidenza. Il progettista infatti interrompe l’uso dell’intonaco bianco in prossimità della struttura per poter donare un effetto globale di essenzialità. L’intero ambiente gode di buona illuminazione per la presenza di numerose finestre che assumono diversa forma a seconda del prospetto di riferimento: alle finestre esagonali della parete Nord già citata si oppongono tagli rettangolari della parete rivolta a Sud. A quest’ultima sono aggiunti piccoli volumi a pianta esagonale che ospitano la cappella di San Carlo e il battistero, al quale si associano l’atrio di arrivo del percorso coperto e le scale che portano a livello inferiore. Il corridoio che collega tali ambienti è separato dalla chiesa da una parete di vetro nella quale sono incastonati i confessionali. L’altare invece viene delimitato da una superficie scomposta in due piani inclinati lungo l’asse simmetrico: essa funge da fondale e separa la chiesa dalla sagrestia e, più in alto, dal balcone del coro; su di essa sono presenti tre croci, analoghe a quelle presenti all’esterno, e la scritta in ferro del Padre Nostro in latino, eseguito con la stessa tecnica della Via Crucis. Infine grande cura viene dato al rivestimento interno con l’uso di marmo verde apuano per il pavimento e l‘intonaco per le pareti e il solaio: il risultato è un senso di candore che pervade il fedele, unito alla meraviglia dei mezzi ovuli smaltati di verde, usati per rivestire la cappella di San Carlo e il battistero.

Caratteristiche strutturali

La struttura è in cemento armato con un sistema di pilastri di sezione quadrata che si raccordano alle capriate, anch’esse in cemento armato, che sostengono la copertura: il tutto viene lasciato a vista per poter evidenziare la chiarezza costruttiva dell’edificio.

Aspetti liturgico-pastorali

I due ingressi di eguale grandezza creano un asse di attraversamento che divide a metà l’intera sala assembleare per rendere il fedele direttamente coinvolto all’interno della celebrazione. L’idea di assi di simmetria presenti nelle architetture di Ponti e la loro sovrapposizione ad assi visuali non è nuova: l’intero spazio è progettato secondo una precisa sequenza di vedute che creano un rapporto immediato tra l’interno e l’esterno e la dimostrazione viene data sia dalla disposizione e sia dalla profondità delle aperture. Risulta anche suggestiva la collocazione del battistero accanto al percorso di collegamento per l’ospedale, quasi a suggerire una purificazione del malato tramite la parola di Dio, mentre colpisce l’unica finestra policroma sulla parete a Sud che si differenzia volutamente dai toni prevalenti della chiesa: bianco, grigio e marrone chiaro.

Opere d’arte

La concezione dell’architettura come opera d’arte totale prevede il controllo da parte del progettista su ogni aspetto della costruzione. Ad esclusione delle ventidue pale in quercia policrome dei Santi ospedalieri, ad opera di Padre Costantino Ruggeri, è stato tutto realizzato su disegno di Ponti. Don Marco Melzi ha eseguito un bassorilievo in rame fuso della Madonna con bambino, la statua di bronzo di San Carlo per l’omonima cappella e l’Annunciazione in rame al di sopra dell’ingresso. Alla scuola Beato Angelico è stata affidata l’esecuzione del fonte battesimale in ferro, il tabernacolo con metallo dorato e cristalli di rocca, il leggio e tutti gli altri arredi; infine la vetrata policroma è opera della ditta Venini con la consulenza del pittore Toni Zuccheri.

Breve vita Autore

Gio Ponti è stato un architetto, designer, saggista tra i maggiori del Novecento in Italia. Fondatore e direttore della rivista “Domus”, organizzatore delle Biennali a Monza e delle Triennali a Milano, tra le quali è bene ricordare la V edizione (1933), professore al Politecnico di Milano (1936-61), Ponti è autore di numerose architetture che hanno segnato il dibattito all’interno della cultura architettonica moderna a livello italiano e internazionale: la facoltà di Matematica a Roma (1932-34), le sedi della Montecatini a Milano (1936 e 1951), il grattacielo Pirelli a Milano (1955-60), la Villa Planchart a Caracas (1954-57), la sedia Superleggera per Cassina (1955), la Concattedrale di Taranto (1964-70) e l’Art Museum a Denver (1970-71).

Altri progetti sacri

Nell’itinerario sono presenti anche San Luca Evangelista (1956-61) e San Francesco al Fopponino (1961-64), entrambi a Milano.