La chiesa è costruita in un quartiere residenziale a Peschiera Borromeo e appare come uncastello dotato di quattro torri angolari che assumono forme diverse a causa della loro funzione.L’edificio, progettato da Guido Canella nel 1990, è caratterizzato da un timpano triangolaree da una balconata sviluppata per tutto l’edificio, separabile dall’interno tramite una vetrata.Il rivestimento in mattoni racchiude uno spazio suddiviso al suo interno dalla quantità di luceche entra da diversi punti
Impianto urbanistico e contesto di riferimento
Il centro parrocchiale fa parte di un complesso urbanistico costruito dallo stesso progettista nella frazione di Zeloforamagno, un tempo situato ai margini di Peschiera Borromeo e sviluppato lungo la strada provinciale Paullese. L’intervento prevedeva un insediamento residenziale con servizi all’interno di una grande area rettangolare: al centro l’Auditorium sopraelevato su una piazza coperta e ai lati il Centro Sanitario di base e la scuola materna; il primo a Nord e la seconda a Sud. A Est è collocato un centro commerciale, unico edificio preesistente, e nella parte Ovest è situata la chiesa. Lo spazio urbano viene disegnato a partire da una fascia centrale da cui partono quattro percorsi diagonali: lungo quest’ultimi sono disposti i palazzi abitativi, di cui solo il settore a Nord-Est, commissionato dall’Istituto Autonomo Case Popolari, è stato realizzato dallo studio di Guido Canella. La chiesa è concepita insieme alle opere parrocchiali in un blocco compatto: questo è allineato agli altri servizi del quartiere per stabilire una connessione diretta con l’aspetto pubblico e collettivo dell’intero progetto.
Facciata principale
La chiesa è pensata come un castello racchiuso da quattro torri angolari, i cui blocchi posteriori ospitano la casa del parroco e la sagrestia, sormontata dal campanile. Il fedele viene accolto da un porticato sovrastato dall’aula parrocchiale che si sporge in avanti: essa viene chiusa da un trave reticolare in legno lamellare e un grande timpano triangolare, anch’esso reticolato. In questo modo il progettista dialoga con la tradizione degli antichi templi greci e romani e anticipa il tema del camminamento che, al livello superiore, si sviluppa per tutto il perimetro. L’uso di materiali tradizionali come il mattone e il legno richiama gli antichi cascinali lombardi: l’edificio si presenta infatti come un punto di riferimento che si distacca dall’edilizia circostante, ma ricerca una connessione profonda con la storia costruttiva della realtà locale.
Organizzazione interna
Lo spazio interno è a pianta quadrata ed è racchiuso da una muratura continua in mattoni. Al livello superiore sono presenti dei camminamenti che circondano l’intera aula e sono separati da essa tramite lunghe travi reticolari in legno. Queste, oltre a sorreggere le travi di copertura del padiglione centrale, permettono un rapporto diretto tra i diversi livelli: questi moderni matronei rafforzano la visione assembleare e permettono l’occasionale espansione delle diverse attività. Il camminamento è quindi l’emblema del progetto, inteso come elemento di ricerca spirituale e punto di vista “altro” per la partecipazione alla funzione liturgica. Collocata invece in posizione centrale, la zona della celebrazione viene composta con pochi gesti: l’altare centrale viene circondato da un leggio scultoreo in bronzo sulla destra e da un tabernacolo arretrato sulla sinistra. Alle spalle è collocata una statua lignea del Cristo. La grande aula viene immaginata come il luogo di raccordo di percorsi provenienti da diverse direzioni: ai lati sono presenti altri porticati che riparano gli accessi minori, mentre l’apice dello spazio viene valorizzato dal grande lucernario centrale sul tetto.
Caratteristiche strutturali
L’edificio viene costruito con un sistema strutturale in cemento armato a telaio, riempito con una muratura in laterizio: anche le travi e i pilastri sono rivestiti in mattoni, ma la loro superficie viene evidenziata da una sporgenza. Le travi di copertura e dei camminamenti sono in legno lamellare.
Aspetti liturgico-pastorali
L’organizzazione esprime fin dall’esterno una dimensione assembleare: il castello infatti viene inteso come luogo di incontro tra città e campagna, polo di aggregazione e luogo di protezione. La chiesa si propone come punto di riferimento per il quartiere e ricerca un rapporto continuo tra i fedeli e il celebrante. La centralità dell’altare e l’illuminazione che investe ogni parte dell’aula determina un relazione quasi paritaria all’interno della comunità: il percorso di fede è vissuto in una dimensione condivisa che non trascura la ricerca personale, allo stesso modo in cui sono presenti spazi a quote diverse collegati tra loro ma separabili se l’occasione lo richiede.
Opere d’arte
Tutte le opere d’arte sono state realizzate da Mario Rudelli in collaborazione con la progettazione architettonica.
Breve vita Autore
Guido Canella è stato un architetto che ha operato nella seconda metà del Novecento attraverso opere architettoniche fondate sul sistema integrato di spazi, funzioni e tipologie differenti e tramite un’intensa attività critica orientata verso gli strumenti progettuali per connettere i grandi centri urbani alle proprie periferie. Le sue opere più significative sono il Centro Servizi al villaggio INCIS a Pieve Emanuele, Milano (1972-81), il municipio di Segrate, Milano (1963-66), il Centro Civico con municipio, scuola media e campo sportivo a Pieve Emanuele, Milano (1971-78), il quartiere IACP di Bollate, Milano (1974), il Centro Civico con municipio, residenze e attività terziarie e sportive a Pioltello, Milano (1976-90) e il quartiere residenziale con centro servizi, auditorium e complesso parrocchiale a Peschiera Borromeo, Milano (1982-84).
Altri progetti sacri
Il progettista ha modo di confrontarsi con il tema dell’architettura sacra all’interno del Centro Servizi a Pieve Emanuele con la chiesa di Maria Immacolata (1972-81), presente nell’itinerario.