La chiesa di Mario Botta viene costruita nel 1995 a Merate. L’edificio è composto da un cilindroinserito in un cubo. Questo viene scavato nella fascia inferiore per lasciare spazio alla gradinatad’accesso. L’aula è racchiusa in uno spazio circolare, avvolto dai matronei e rivolto verso l’altarecentrale. L’illuminazione viene garantita da lucernari nascosti ai bordi della copertura sospesae dalla grande vetrata circolare del presbiterio. Gli arredi sono disegnati dallo stesso progettista

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Impianto urbanistico e contesto di riferimento

L’edificio si trova nel paese di Sartirana ai margini della cittadina di Merate: essa sorge sulla strada che da Milano conduce a Lecco. Questa architettura entra in duplice relazione, di dialogo e di rottura, con il paesaggio circostante costituito dalla vicinanza al centro storico del paese e dalla piana urbanizzata della Brianza; il progetto infatti nasce dall’inserimento di un cilindro in un cubo esterno che si rialza davanti alla piazza antistante, mentre lo spazio interno è pensato come un luogo introverso: il progettista ricorre all’uso di forme geometriche in risposta all’insediamento brianzolo diffuso e disordinato. Il volume si presenta come un corpo compatto che racchiude al suo interno tutte le funzioni, ponendosi come fulcro di riferimento per la comunità attraverso l’articolazione di uno spazio solenne e severo. Esso si affaccia su un’ampia piazza rialzata e recintata da un basso muro in mattoni che lo separa dalla strada.

Facciata principale

La facciata è composta solo dalla porzione superiore del quadrato esterno che definisce un’area intermedia tra la piazza e l’aula interna lasciando vedere la superficie circolare del cilindro. Alla base è presente una doppia scalinata avvolgente che dai lati conduce all’entrata posta in posizione arretrata. La parete centrale che sorregge la fascia superiore viene evidenziata con una diversa trama geometrica; essa si restringe fino alla sommità dove sono presenti gli unici elementi tipici di un’architettura sacra: un telaio metallico, che sostiene due campane protese in avanti, e una croce in acciaio. La stessa parete funge da schermo per le scale che risalgono fino al piccolo sagrato incorniciato dall’apertura centrale, mentre al di sotto di questa è presente un’ulteriore apertura che introduce al livello interrato per i servizi parrocchiali.

Organizzazione interna

L’aula celebrativa è collocata in posizione rialzata e avvolta interamente da una parete circolare: il passaggio dal cubo al cilindro esprime il passaggio dalla fissità terrena al moto celeste. Lo spazio è interamente racchiuso da una superficie continua con tre interruzioni significative che conducono agli spazi creati dalle intersezioni delle due forme geometriche. A sinistra è presente il battistero; a destra si accede alle scale che conducono al doppio livello di corridoi che girano intorno all’aula e ospitano ulteriori fedeli; al centro è ritagliata un’apertura circolare che ospita una grande vetrata. Questo spazio è la destinazione dell’altare ed è ideato come fulcro dell’intera celebrazione. Le pareti cieche del cilindro terminano con il secondo livello dei matronei già citati da cui ci si può affacciare per partecipare alla funzione. La copertura piana è staccata dalla parete interna provocando un forte senso di leggerezza e sospensione; l’effetto viene amplificato dalla luce che entra dalla fascia perimetrale del tetto, ma non visibile dall’aula assembleare. A questo si aggiunge l’illuminazione artificiale garantita da lampade arrotondate inserite in un soffitto a cassettoni: ancora una volta viene riproposto la mediazione tra cerchio e quadrato. Infine il sagrato esterno è lastricato in porfido, mentre i pavimenti interni sono rivestiti con lastre di pietra intercalati da listelli di marmo nero.

Caratteristiche strutturali

La struttura è interamente in cemento armato gettato in opera, rivestito quasi interamente in mattone rosso fatto a mano.

Aspetti liturgico-pastorali

L’edificio viene pensato come un luogo di ascesi spirituale e di raccoglimento che possa attrarre e proteggere il fedele: l’incrocio di forme geometriche elementari genera spazi inediti che valorizzano un ambiente interno semplice e pieno di effetti chiaroscurali. L’equilibrio presente tra la tessitura variabile del mattone e i lucernari, che fanno cadere sull’aula luce indiretta, crea un’atmosfera sacra che favorisce la partecipazione e la preghiera della comunità. Il valore assembleare viene marcato anche dalla presenza dei corridoi circolari che avvolgono i fedeli radunati, mentre l’importanza dell’altare come luogo culmine della celebrazione è sottolineata dalla vetrata posteriore: la sua posizione arretrata rivela lo spessore rassicurante dell’edificio e suggerisce l’idea di un albero che rinasce dall’Eucarestia, quale fonte di vita nuova.

Opere d’arte

Le opere e gli arredi liturgici sono ideati dallo stesso progettista e vengono realizzati dai fratelli Meani in legno di rovere; di particolare rilievo è la vetrata che rappresenta, in forma geometrica, un albero rivestito in lastre di onice del Pakistan.

Breve vita Autore

Mario Botta è un architetto svizzero tra i maggiori esponenti dell’architettura contemporanea. La sua ricerca progettuale è caratterizzata dall’uso della geometria pura e dall’uso di rivestimenti uniformi per creare architetture intense, punto di riferimento all’interno della realtà attuale. Alcune sue opere significative sono la serie di case unifamiliari costruite nel Canton Ticino, Svizzera, tra il 1959 e il 1997, il Liceo Scientifico a Città della Pieve, (1993-2000), il restauro del Teatro alla Scala, a Milano (2002-04), il Museo d’Arte Moderna SFMOMA a San Francisco (1989-95) e il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea MART a Rovereto, Trento (1988 e 1993-2002).

Altri progetti sacri

L’architetto ha modo di confrontarsi con l’architettura sacra in diverse occasioni tra cui vanno ricordate la chiesa di San Giovanni Battista a Mogno, in Svizzera (1986-96), Beato Teodorico a Pordenone (1987-2002), la Cattedrale della Resurrezione a Evry, Francia (1988-95), la cappella di Santa Maria degli Angeli al Monte Tamaro, Svizzera (1990-96), la chiesa di Papa Giovanni XXIII a Seriate, Bergamo (1994-2004) e il Santo Volto a Torino (2001-06).