La chiesa è progettata secondo un disegno di Enrico Castiglioni e completata a Legnano solonel 2011. Essa presenta un porticato d’accesso ad archi che immette in un ambiente unitario,il cui pavimento discende fino all’altare. L’impianto scenografico è dominato da un arco goticoe dalle tre volte a botte che ricoprono l’intera aula assembleare. Di grande effetto sonole vetrate di Sergio Bongini che valorizzano l’altare e riempiono la chiesa di luce.Opposta all’altare si trova la sagrestia

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Impianto urbanistico e contesto di riferimento

La chiesa viene commissionata negli anni Sessanta per ospitare i fedeli della nuova parrocchia di San Paolo a Legnano. Il cantiere subisce diverse interruzioni per ragioni tecniche ed economiche e si protrae, con fasi alterne, fino al 2011. L’edificio religioso viene inizialmente inaugurato nel 1976 senza tuttavia essere ancora terminato; nel corso degli anni la costruzione procede con lentezza, cambiando prima funzione e rimanendo poi in stato di abbandono. Nel 1985 viene realizzato il campanile, mentre il cantiere viene riaperto solo nel 2005, grazie ai contatti che, a partire dagli anni Novanta, vengono ripresi con i progettisti, Enrico Castiglioni e Guido Amadeo. Alla chiesa si accede tramite un portico realizzato a partire dal 2005 e formato da due file parallele di archi. Le coperture del portico discendono verso un punto centrale del terreno, dove è presente una vasca d’acqua che rappresenta il fiume Giordano. Lo stacco dell’edificio dalla strada crea uno spazio di preparazione di cui il fedele ha bisogno prima dell’incontro con Dio. Inizialmente il portico doveva coprire la distanza tra le due vie, ma per ragioni economiche è stato ridotto: ora si sviluppa da via Liguria per tutto il fianco della chiesa, lasciando libero lo spazio intorno che è in parte pavimentato e in parte rimane prato. Il campanile si staglia in cielo come elemento autonomo, ma il taglio diagonale in sommità riprende il motivo ascendente-discendente delle coperture del porticato, della facciata a capanna e dei contrafforti di rinforzo disposti lungo il fianco dell’edificio: quest’ultimi elementi della costruzione creano in particolare un contrasto con il tetto curvo e scuro concepito, secondo la visione del progettista, come una grande conchiglia che protegge la perla preziosa della parola di Dio.

Facciata principale

L’edificio non presenta una vera facciata principale poiché l’ingresso è posto sul lato lungo della chiesa. Il fronte che si vede da via Gramsci è una parete a capanna rivestita con beola grigia di Domodossola. La vetrata circolare posta al centro serve per illuminare lo spazio liturgico e, al di sotto di essa, è presente la sagrestia, disposta così in posizione frontale rispetto all’altare.

Organizzazione interna

Oltre la porta vetrata si accede in un’ulteriore spazio di accoglienza. Al suo interno era previsto un percorso labirintico che avrebbe dovuto rappresentare la difficoltà di lasciare tutto per entrare nel regno di Dio: ragioni di sicurezza hanno tuttavia costretto a rimodulare un ambiente semplice con diretto accesso alla chiesa. L’interno è caratterizzato da uno spazio articolato; il pavimento è in pendenza verso la zona inferiore dell’altare, mentre tre coperture a volta di ampiezza differente coprono l’intero ambiente. Esistono precisi rimandi alla tradizione architettonica: la facciata a capanna e le volte a botte richiamano le navate delle chiese romaniche, mentre il grande arco a sesto acuto, non portante, è un chiaro omaggio al gotico. Tutto lo spazio converge sul luogo della celebrazione; sia la platea degradante, sia le gradinate a sinistra che la balconata a destra. Lo spazio interno quindi appare ordinato e suggestivo grazie alla pendenza insolita del terreno e alle volte sospese che creano un movimento di copertura particolare.

Caratteristiche strutturali

Le due facciate in cemento, anteriore e inferiore, sostengono le tre volte longitudinali; i muri perimetrali paralleli alle volte sono invece staccati dal sistema strutturale.

Aspetti liturgico-pastorali

Ogni elemento contribuisce ad arricchire il significato simbolico della chiesa. Le tre volte terminano in tre rispettive vetrate: quella circolare di sinistra rappresenta il giovedì santo, posta in ombra come Cristo in meditazione nell’orto degli ulivi; il venerdì santo si presenta come un taglio verticale in cui è collocata una vetrata rossa; la resurrezione viene evidenziata con la terza vetrata, anch’essa circolare, di colore rosso fuoco. Al di sotto della gradinata, a sinistra dell’altare, sede del coro, è presente uno spazio adibito a magazzino; il pavimento invece è rivestito in beola grigia di Luserna e parquettes industriale. Le lunghe panche laccate in grigio cemento e i parapetti trasparenti del piano superiore sono espressione di una volontà precisa di creare un ambiente in cui ogni fedele si senta accolto e partecipe. Grande attenzione viene infine posta per l’illuminazione realizzata con l’uso di neon in punti strategici come all’incrocio delle volte e nello spazio compreso tra di esse e il muro perimetrale.

Opere d’arte

Le pale, l’altare e il leggio sono costruiti in ferro cerato per esprimere con materiale povero la pietra scartata divenuta pietra d’angolo. Il fonte battesimale in pietra scalpellata invece lascia gocciolare l’acqua della grazia. Grande ruolo rivestono le vetrate di Sergio Bongini che rappresenta i quattro elementi tramite diverse opere d’arte: il fuoco è presente nella vetrata circolare della resurrezione, l’acqua è visibile nella vetrata d’ingresso, la terra compare nella vetrata degli ulivi all’interno della cappella sotto la balconata, mentre l’aria è rappresentata dal rosone che racchiude il cielo. Oltre al tabernacolo anche la Via Crucis, in terracotta, è realizzata secondo i disegni dell’artista. Le due pale rustiche che fanno da sfondo all’altare, l’altare stesso, il luogo del leggio e il battistero sono eseguiti secondo i disegni di Giovanni Larocca. Infine è presente una statua del Cristo in legno ad opera di Helmut Perahtoner: essa raffigura Gesù che ascende al cielo in un atteggiamento dinamico e coinvolgente.

Breve vita Autore

Enrico Castiglioni è un ingegnere architetto che si forma nel contesto architettonico milanese degli anni Cinquanta. La sua ricerca progettuale lo porta a realizzare architetture estremamente espressive: a tal proposito è importante citare l’intervento all’eremo di Santa Caterina del Sasso Ballaro di Leggiuno, (metà anni Settanta), il quartiere INA-Casa a Sant’Anna, Busto Arsizio (1957-60), il liceo “Arturo Tosi” a Busto Arsizio, l’Istituto Tecnico “Cipriano Facchinetti” e l’Istituto Professionale Alessandro Volta a Castellanza (1962).

Altri progetti sacri

Molto attento al tema spirituale realizza diversi edifici religiosi: sono degni di nota i progetti per la chiesa di Montecatini (1952) e la chiesa dei Santi Nazaro e Celso a Gorla Minore, Varese (1962-65), che è parte dell’itinerario.