La chiesa di Vittorio Gandolfi viene realizzata a Milano nel 1970 ed è composta da due volumidisposti ad L. Il corpo affacciato su strada presenta un porticato che conduce alla chiesaarretrata. Lo spazio interno è caratterizzato dal soffitto, ribassato e sospeso, e dal presbiterio,rialzato e illuminato da un grande lucernario. Le tredici vetrate affacciate sul cortile internoraffigurano la vita del Santo e sono realizzate da Willy Kauffmann; la croce sospesa sull’altare èdi Romano Rui

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Impianto urbanistico e contesto di riferimento

Il progetto si sviluppa all’interno di una piccola area, di forma rettangolare, affacciata su via della Commenda in cui viene concepito un complesso architettonico composto da due corpi disposti ad L e con differenti funzioni. Il primo, sviluppato per tutto il lato corto, viene allineato alle abitazioni preesistenti e funge da ingresso generale agli edifici; nel piano seminterrato e per i primi due piani trovano spazio gli ambienti parrocchiali mentre due alloggi sono ricavati al terzo livello. L’altro volume si sviluppa invece per il lato lungo ed è addossato sul lato sinistro del lotto, in modo da far affacciare la parete di destra lungo un cortile interno. All’interno del corpo arretrato sono presenti, a partire dal basso, un piccolo teatro e la chiesa vera e propria, mentre sulla copertura si trova un campo da tennis. La chiesa colpisce per il carattere urbano e il raffinato inserimento nel tessuto del centro storico di Milano.

Facciata principale

La facciata, pensata in continuità con le case della via, ricerca un effetto urbano inedito per un’architettura religiosa: l’interruzione è ricreata sapientemente con un porticato che sottrae volume al fabbricato e definisce uno spazio filtro delimitato da una pensilina in cemento intonacato di grigio. Al di sopra di questa si sviluppano due livelli di logge che accentuano l’andamento orizzontale dell’edificio; esso viene incorniciato dalla sporgenza del tetto a falda inclinata che nasconde il terzo livello. La composizione viene ulteriormente arricchita dalle linee verticali dei parapetti costituiti da listelli di legno montati su un telaio d’acciaio dipinto di nero: su tale sistema si innestano i pluviali sinuosi che definiscono una ritmica scansione della parte superiore e donano leggerezza alla copertura. Il lotto viene delimitato da un cancello, dietro al quale è presente una grande croce che segnala la funzione dell’edificio.

Organizzazione interna

La chiesa si trova al piano rialzato ed è collegata all’ingresso tramite un gioco di rampe e scale che colmano i due metri di dislivello. Superate le due porte vetrate, il fedele viene colpito dalle geometrie semplici che racchiudono uno spazio di grande effetto. La pianta rettangolare è dominata da un soffitto ribassato distaccato dai muri perimetrali e sostenuto da otto pilastri ad angoli smussati e con capitello a tronco piramidale rovesciato: il tetto viene interrotto da un grande lucernario dotato di cupola che illumina direttamente l’altare al di sotto. Esso costituisce il punto focale dello spazio interno e si trova in una posizione rialzata, circondato dalla sagrestia e dai confessionali; ad un livello ancora più alto l’ambiente posteriore ospita la cantoria. La luce ricade indirettamente tramite i lucernari in vetrocemento che corrono lungo le due navatelle laterali: a sinistra alcuni gradini e un parapetto rivelano un altro ambiente destinato a piccole celebrazioni, mentre a destra si sviluppa una successione di finestre colorate, inquadrate da una cornice sporgente verso l’esterno. Il pavimento, attualmente sostituito, era realizzato in clinker marrone scuro come quello del porticato. Infine nello spazio assembleare sono presenti altri due lucernari di forma quadrata che creano un percorso suggestivo verso il Crocifisso sospeso.

Caratteristiche strutturali

L’edificio viene concepito con una struttura in cemento armato con elementi puntuali di sostegno alla copertura piana della chiesa; anche l’edificio in affaccio sulla strada è predisposto allo stesso modo, con la sezione dei pilastri che si riduce in prossimità del tetto a doppia falda.

Aspetti liturgico-pastorali

L’architetto progetta un ambiente altamente scenografico in cui alla luce è affidata ogni funzione decorativa. Lo sviluppo di uno spazio centrale determina un raccoglimento da parte dei fedeli che qui possono trovare riparo dalla vita frenetica della città. Lo spazio di accoglienza e il livello rialzato contribuiscono a creare un ulteriore stacco dello spazio liturgico, immaginato come termine di un percorso di avvicinamento al Divino. La chiesa viene così conformata per valorizzare lo spazio della celebrazione attraverso la sospensione della copertura in una cornice di luce, anche se oggi l’effetto è ridotto dal grigliato presente ai lati. In generale l’articolazione della superficie è giocata su un gradevole contrasto tra la semplicità dell’edificio e i materiali comuni da cui è composto e crea l’atmosfera ideale per una comunità in spirito di condivisione e preghiera. La chiesa risponde all’esigenza di essere “casa tra le case”.

Opere d’arte

Le tredici vetrate ispirate alla vita di San Francesco di Sales che si sviluppano per il lato lungo sono ad opera di Willy Kauffmann. L’altare maggiore – progettato da Carlo Paganini come il fonte battesimale – è decorato con diversi rilievi da Genesio Fumagalli, autore anche del Crocifisso esterno; Romano Rui realizza la Croce sospesa sopra l’altare, il tabernacolo nella navata di sinistra e il crocifisso situato nel battistero. Il busto della Madonna in porfido e gli altorilievi nell’ingresso sono di Eros Pellini.

Breve vita Autore

Vittorio Gandolfi è stato un architetto attivo nell’ambito della cultura progettuale milanese del dopoguerra, grazie ad un’opera scarna ma rigorosa, che ha saputo far convivere la riduzione della struttura con una libertà di ambienti altamente suggestivi, in una continua ricerca di contatto con la natura e con la poesia. La sua opera presenta numerosi esempi tra cui l’aeroporto di Malpensa (1956-60) e quello di Linate (1960-62), la casa sul pioppo (1943) e la scuola elementare al quartiere Niguarda di Milano (1956). Ha svolto incarichi di creazione e gestione di un “Centro studi per la comunità cristiana” da parte del Comitato Nuove Chiese di Milano e, allo stesso tempo, ha diretto la formazione di professionisti per conto del gruppo INA-Casa durante il secondo settennato del piano.

Altri progetti sacri

Il tema dell’architettura sacra è presente lungo tutta l’opera del progettista, come dimostrano la chiesa a Salsomaggiore (1955), la chiesa all’Idroscalo di Milano (1956), il concorso per il santuario della Madonna delle lacrime a Siracusa (1957) ed infine il complesso parrocchiale di Sant’Andrea della Barca a Bologna (1960-82).