La chiesa a Sesto San Giovanni fu realizzata da Cino Zucchi in seguito al concorso indetto dalla CEI nel 2004 ed è caratterizzata da una grande facciata concava che accoglie i fedeli. Il battistero posizionato al di fuori dall'aula assembleare introduce nell'unica navata; questa è racchiusa da due vele sospese e convergenti verso l'alto, mentre l'illuminazione è garantita da piccoli lucernari incastonati tra le travi di copertura e da quello più grande esposto a Nord per il presbiterio.
Impianto urbanistico e contesto di riferimento
Il progetto è stato realizzato in seguito ad un concorso ad inviti indetto dalla CEI nel 2004. L’edificio vincitore sostituisce un vecchio capannone costruito negli anni Sessanta a Sesto San Giovanni, cittadina operaia ai margini della periferia Nord-Est di Milano. Esso viene immaginato come un’architettura asciutta e priva di decorazioni, che abbia nell’articolata composizione delle superfici il suo punto di forza; lo spazio aperto progettato davanti al volume è pensato come elemento mediatore tra il luogo sacro della chiesa e il quartiere in cui è inserita; inoltre la sua forma è dovuta allo sviluppo orizzontale dell’intero complesso che culmina nell’elemento verticale del campanile, quale punto di riferimento per la comunità e di contatto con la strada. L’edificio viene pensato per ospitare tutte le funzioni parrocchiali sia nel volume basso che si sviluppa intorno all’aula assembleare lungo i lati Nord ed Ovest e sia al livello seminterrato accessibile dal primo.
Facciata principale
La facciata dell’edificio si presenta come l’unione di due superfici convergenti ma sfalsate che si restringono, in unione con una terza superficie superiore, fino all’entrata affiancata da una finestra su cui è disegnata la croce. Lo sviluppo concavo di questo prospetto crea un movimento che invita il fedele ad entrare e allo stesso tempo definisce un’area coperta di pertinenza della chiesa vera e propria, secondo un passaggio graduale da uno spazio aperto ad uno spazio intimo e raccolto. In particolare viene rivisitato il concetto di accesso sacro tramite la creazione di una facciata a vento che si sviluppa oltre il corpo dell’edificio collocato di dietro; essa viene composta per ottenere un portale a scala urbana, visibile da più punti e riconoscibile anche da lontano.
Organizzazione interna
L’ingresso immette in un piccolo atrio dove sulla sinistra è presente l’ufficio di ricevimento del parroco. Procedendo dritto si entra in un ulteriore spazio di mediazione che ospita il fonte battesimale, aumentando il grado di raccoglimento e preparando il fedele all’aula assembleare posizionata a lato: questo ambiente ha il soffitto ribassato e una vetrata dietro il fonte battesimale che, per la sua posizione “esterna” rispetto all’aula assembleare, richiama le soluzioni delle prime chiese cristiane. La zona dei fedeli si presenta come uno spazio di forma rettangolare con diversi elementi che falsano tale percezione. Il lato Est presenta uno spessore maggiore che ingloba al suo interno i confessionali e una cappella dedicata a Maria; l’altare viene collocato in posizione rialzata e spostata verso sinistra, generando un percorso centrale e uno diagonale attorno ai quali sono disposte le panche ad anfiteatro. Lungo i lati lunghi sono presenti due pareti curvilinee in cartongesso sospese che racchiudono l’assemblea e nascondono ai fedeli i diversi angoli di raccordo tra muri e copertura. Inoltre la zona dell’altare è chiusa da una terza parete staccata dal muro perimetrale, mentre un grande lucernario sul lato Nord illumina il presbiterio in modo uniforme. All’interno dell’ambiente predomina il colore bianco, accentuato dai numerosi lucernari quadrati tra le travi di copertura. In particolare le vele laterali che si incurvano verso l’alto danno la sensazione di un secondo soffitto che rende lo spazio liturgico più coinvolgente. Lungo il lato Est si sviluppa un corpo più basso con tetto a falda che ospita i servizi parrocchiali, di cui l’ufficio ricevimento del parroco già citato rappresenta la testata.
Caratteristiche strutturali
L’edificio viene costruito con un sistema di muri in cemento armato alleggerito che sorreggono travi di copertura in acciaio alte venti centimetri. Esternamente le pareti sono rivestite in lastre di pietra Serena grigia alternata alla pietra bianca di Trani, in cui sono inseriti vetri trasparenti o verniciati con finiture in zinco ossidato.
Aspetti liturgico-pastorali
L’ambiente viene organizzato secondo una rigorosa sobrietà che non rinuncia ad un’articolazione di spazi e superfici. Infatti all’interno dell’aula assembleare sono presenti sia un’impostazione longitudinale, data dallo sviluppo orizzontale che converge verso l’altare, sia un’impostazione centrale ottenuta tramite il movimento avvolgente delle vele interne e dalla disposizione delle sedie per i fedeli. L’edificio concretizza le indicazioni del Concilio Vaticano II (1962-65) come l’ingresso a lato, l’orientamento dell’aula e la sua valorizzazione tramite un uso calibrato della luce. Infine l’intero complesso testimonia la volontà del progettista di donare alla comunità un importante luogo di riferimento, in cui la contemplazione del Mistero Divino non è separata dalla quotidianità e dagli spazi di relazione.
Opere d’arte
Gli arredi liturgici sono stati disegnati dallo stesso progettista secondo criteri di essenzialità e semplicità. Dietro all’altare è presente un Crocifisso ligneo incastonato in un ceppo, mentre le panche sono state portate dalla chiesa precedente.
Breve vita Autore
Cino Zucchi è un architetto milanese che ricerca nuovi modi di abitare nella città contemporanea, intesa come organismo portatore di una tradizione storica proiettata verso il futuro. Fondatore dello studio Cino Zucchi Architetti, progetta edifici residenziali, commerciali, industriali, uffici e musei. Le opere più significative sono gli appartamenti nell’area industriale Ex-Junghans alla Giudecca a Venezia (1998-2002), le abitazioni nel nuovo insediamento residenziale e commerciale al Portello di Milano (2002-08), il palazzo U15 a Mirafiori (2007-11), l’Headquarter Salewa a Bolzano (2007-11) e il museo dell’automobile a Torino (2005-11).