La chiesa viene realizzata nel 1958 grazie alla collaborazione dell’architetto Mario Tedeschie dello scultore Carlo Ramous, che modella la facciata in cemento armato raffigurando ilCrocifisso attorniato dai Santi. Attorno alla chiesa gira un fossato attraversabile da tre pontiche immettono nel portico inserito tra il pannello cementizio e la chiesa.Lo spazio interno viene illuminato dalle vetrate presenti nel transetto e dietro il presbiterio;quest’ultima è ad opera di Lindo Grassi
Impianto urbanistico e contesto di riferimento
La chiesa si trova all’interno del quartiere periferico di Certosa, a Nord-Ovest di Milano. La crescita della popolazione, in un’area caratterizzata da abitazioni, piccole e medie imprese e fabbriche, ha imposto l’esigenza di costruire nuovi spazi per la vita spirituale e sociale delle comunità in formazione. Dapprima nel 1924 è stata realizzata la chiesa di San Giuseppe alla Certosa, divenuta parrocchia nel 1945; dopo dieci anni la chiesa stessa si rivela insufficiente per la comunità parrocchiale in forte aumento e viene promossa una nuova costruzione, dotata di una capienza maggiore e di un grande sagrato che possa accogliere i fedeli. L’edificio infatti viene collocato in posizione arretrata rispetto a viale Espinasse con la creazione di uno spazio filtro dal forte valore urbano: essa si presenta come una piazza da cui è possibile ammirare per intero la facciata monumentale. La vecchia chiesa di San Giuseppe è stata infine demolita in modo da mantenere questo complesso, dotato anche di oratorio e servizi parrocchiali, come unico riferimento per la zona pastorale. Il grande sagrato viene inizialmente usato come parcheggio, ma dal 1990 vengono avviati i lavori per una cancellata e una nuova pavimentazione.
Facciata principale
La grande superficie che si affaccia sulla piazza interna è l’elemento caratteristico del progetto: essa è costituita da un enorme pannello in cemento modellato in opera dallo scultore Carlo Ramous. Al centro della composizione è presente il Crocifisso, mentre nei due grandi pannelli laterali si possono distinguere San Giovanni e San Marco evangelisti, un ladrone, un volo di angeli, la Resurrezione, Gesù davanti a Pilato, San Satiro e San Marcellina, la resurrezione di Lazzaro e la moltiplicazione dei pani e dei pesci a sinistra; a destra invece sono visibili San Matteo e San Luca evangelisti, l’altro ladrone, la Natività, l’Adorazione dei Magi, Sant’Ambrogio e il Battesimo di Gesù. Questa parete è staccata dalla chiesa ma ricongiunta ad essa tramite un tetto a falde inclinate e sporgenti: nello spazio tra i due corpi è inserito un portico che raccoglie le passerelle d’accesso. Infatti l’edificio è circondato da un fossato che lo isola e che permette l’illuminazione ai locali seminterrati.
Organizzazione interna
La pianta è a croce irregolare poiché le pareti dell’unica navata e della zona della celebrazione sono convergenti verso le proprie estremità, in modo che lo spazio interno si allarghi verso l’altare e si restringa alle sue spalle. Gli elementi in cemento quali le travi e le capriate della copertura sono intonacati di bianco per risaltare contro la superficie rossa dei mattoni. L’impianto simmetrico della chiesa viene compromesso dalla sagrestia a sinistra che conduce, tramite un piccolo porticato esterno, alla casa del parroco. L’altare rialzato viene lasciato in penombra grazie ad un’unica vetrata colorata inserita nell’abside e grazie ad un’esile fascia verticale e trasparente rivolta verso l’oratorio; sulla parete che chiude l’altare sono disposti un Crocifisso ligneo a sinistra e il tabernacolo a destra. Le due braccia sporgenti terminano con vetrate colorate che illuminano l’ambiente centrale; a destra viene collocato il fonte battesimale e un accesso secondario che conduce agli spazi aperti progettati di fianco.
Caratteristiche strutturali: La struttura viene realizzata in cemento armato lasciato a vista all’esterno ed intonacato nello spazio interno; i muri di riempimento invece sono realizzati in mattoni senza alcun rivestimento.
Aspetti liturgico-pastorali
L’ambiente si presenta molto austero e sobrio; la combinazione di materiali poveri e la mancanza di finestre nell’aula assembleare contribuisce ad avvolgere la chiesa in una penombra generale: in questo modo la luce che arriva dalle vetrate ai lati del corpo trasversale risalta maggiormente creando un effetto di stupore. L’edificio è immaginato dunque come un luogo intimo che possa accogliere con semplicità i fedeli che qui si ritrovano. La dimensione assembleare viene rafforzata tramite gli adeguamenti liturgici in seguito al Concilio Vaticano II (1962-65) grazie ai quali il celebrante può avere una buona visione dell’intera chiesa per abbracciare con lo sguardo e con la parola ogni fedele.
Opere d’arte
La vetrata presente sulla parete terminale è dipinta a mano da Lindo Grassi. Il progettista invece disegna, in tempi successivi, il fonte battesimale e il tabernacolo: il primo era stato collocato in origine nel presbiterio a fianco dell’altare, mentre il secondo viene realizzato dalla scuola Beato Angelico. Inoltre sono presenti diverse statue lignee realizzate dagli artisti della Val Gardena. Nel 2008 invece sono state sostituite le vetrate opache originali con vetrate colorate che richiamano la natura e riprendono il messaggio evangelico; successivamente è stata aggiunta la Via Crucis e una pala mosaicata che raffigura il Battesimo: entrambe le opere sono state ispirate al lavoro di Marko Rupnik, autore dei mosaici al santuario di padre Pio a San Giovanni Rotondo (1998-2004).
Breve vita Autore
Mario Tedeschi è stato un architetto che ha progettato durante la seconda metà del Novecento all’interno del dibattito architettonico milanese. La sua produzione ruota intorno al progetto della casa moderna: dalle pagine di “Domus” di cui è stato redattore fino alle numerose abitazioni, tra cui è bene ricordare la Garden House in via Giovio a Milano. Importante è anche la sua attività di designer per cui disegna la lampada Claritas (1946) con Magistretti e realizza diverse sedie ed oggetti per Lida Lev.
Altri progetti sacri
Il progettista ha affrontato il tema dell’architettura sacra già con la chiesa di Santa Maria Nascente in collaborazione con Vico Magistretti: la chiesa, progettata nel 1947, viene realizzata tra il 1953 e il 1955 e si trova nel quartiere QT8 a Milano: anch’essa è presente nell’itinerario. Inoltre ha disegnato le chiese di Santa Maria Goretti e San Giovanni Bosco, tutte realizzate nel capoluogo lombardo.