La chiesa di Mauro Galantino è stato il progetto vincitore del concorso “Tre chiese per il 2000” indetto dalla Diocesi nel 1989 per il quartiere Tessera di Cesano Boscone. Il sagrato rialzato è circondato dalla cappella feriale e dal campanile, mentre la parete sospesa in cemento e bucata da fori quadrati identifica l’ingresso e illumina lo spazio interno. Questo è circondato da cortili aperti che chiudono senza separare l’aula assembleare. Gli arredi sono disegnati da Contini e Penone

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Impianto urbanistico e contesto di riferimento

Il progetto è risultato vincitore del concorso “Tre chiese per il 2000” indetto dalla Diocesi di Milano nel 1989 e inserito nel più grande “Piano Montini” per venticinque nuovi complessi parrocchiali, attivo negli stessi anni. L’edificio è l’esito di un attento confronto con la commissione e con la comunità del quartiere Tessera, al fine di creare uno spazio liturgico con precise valenze sociali ed aggregative. L’architetto immagina un centro parrocchiale sviluppato orizzontalmente, in contrasto con gli alti palazzi abitativi che caratterizzano la zona circostante. Questo è costituto da elementi che ospitano funzioni diverse tra loro; nonostante ciò il progetto viene percepito come unico grazie al collegamento, anche solo visivo, di tutti gli spazi. Il grado di complessità si percepisce nel disegno del sagrato esterno, circondato dalla cappella feriale e dal campanile, allineati alle strade, e dal corpo della chiesa, allineato alle case intorno. Lungo la facciata laterale è stata realizzata una fascia alberata dotata di panchine per marcare il carattere fortemente urbano dell’intervento.

Facciata principale

L’ingresso alla chiesa avviene ad una quota rialzata di un metro tramite una piccola piazza delimitata da un muretto in laterizio. Il materiale viene impiegato per costruire anche il campanile e, al lato opposto, la cappella feriale a forma di croce greca che funge da perno per l’incrocio delle due vie ai margini del lotto. Il sagrato è invece aperto lungo i lati che si affacciano su via Turati e sullo spazio interno dell’oratorio: la sua posizione sopraelevata lo rende un luogo di incontro e di raccoglimento della comunità per l’ingresso in chiesa. Il volume, interamente rivestito in laterizio, è segnalato da un elemento in cemento armato a vista. Si tratta della pensilina che direziona il fedele verso il fondo della piazza per poi rialzarsi e diventare parete staccata dalla chiesa stessa; in questo punto la superficie viene traforata con aperture quadrate che garantiscono l’inserimento di fasci luminosi nell’aula assembleare. Questo spazio aperto che si crea tra le due pareti è determinante per regolare la distribuzione dell’edificio: alla sua sinistra è presente un piccolo atrio di raccordo, dotato di accesso autonomo, tra il volume della chiesa, la fascia di spazi aperti che si succedono dietro all’altare e l’ingresso alla cappella. Quest’ultima è formata da due bracci vuoti, mentre il campanile si presenta come una torre cava: appare quindi chiaro il gioco del progettista nel creare un equilibrio tra i volumi e gli spazi aperti per dotare la comunità di luoghi significativi.

Organizzazione interna

L’aula interna è un ambiente unico che viene costruito attraverso il bilanciamento tra pareti piene e vetrate, tra mattoni e cemento armato. La pianta quadrata prevede l’entrata dal muro in mattoni che nella parte superiore diventa trasparente. Dall’altra parte vi è un’altra vetrata che separa l’aula assembleare da un giardino interno con ulivi, il quale funge da filtro ai servizi parrocchiali che si sviluppano posteriormente. L’attenzione invece viene catturata dal lato in cui sorge la zona dell’altare, leggermente rialzata; una lunga vetrata la separa da un cortile con diverse fontane, chiuso da un lungo muro in mattoni e intervallato da divisori dello stesso materiale ma bucati al centro. Infine il lato opposto presenta una parete in cemento con un soffitto ribassato e diversi lucernari che creano una fascia di luce perimetrale: lungo questa parete sono disposti il battistero e, dalla parte opposta, una cappella dedicata alla Vergine. Il fonte battesimale è definito da una parete intonacata di azzurro che richiama il cielo; nel progetto originale era la prima parte di un percorso di rinascita che prevedeva anche i confessionali, ora spostati sulla parete d’ingresso. Inoltre di fianco all’altare si trova un grande organo. L’ambiente interno è formato quindi da un’attenta combinazione di vetrate e muri perimetrali: l’accostamento di questi elementi definiscono uno spazio dilatato in cui il fedele è riparato ma allo stesso tempo a contatto con l’esterno, come dimostrano le aperture verso il giardino interno e verso i palazzi esterni. Infine, oltre agli ulivi è presente un grande salone di ritrovo per la comunità e per l’oratorio che si sviluppa nei campi aperti collocati a fianco.

Caratteristiche strutturali

L’edificio è realizzato in cemento armato con alcune parti in muratura piena in laterizio. La copertura piana viene sostenuta da travi anch’esse in cemento armato di sezione rettangolare, tra le quali sono inseriti diversi lucernari.

Aspetti liturgico-pastorali

Lo spazio liturgico viene costruito con il preciso intento di creare un ambiente semplice e privo di decorazione che permetta di stabilire un contatto visivo e percettivo con gli elementi che la compongono. Il progettista ha voluto ricreare uno spazio sacrale attraverso l’utilizzo di tre elementi quali terra (giardino degli ulivi), acqua (fontane alle spalle dell’altare) e sole (fascio di luce davanti al celebrante). La decisione dell’ingresso laterale è in linea con le indicazioni del Concilio Vaticano II (1962-65) e predispone il fedele ad un percorso di avvicinamento all’altare, attorno al quale sono disposte ad anfiteatro tutte le panche, in modo da ricreare lo spirito comunitario e di condivisione tanto ricercato.

Opere d’arte

Tutti gli arredi presenti sono stati disegnati dall’architetto e comprendono la Via Crucis, la croce appesa sopra la zona dell’altare e il leggio. Questo, insieme al seggio del sacerdote, è costituito da semplici lastre di graniglia. In origine era previsto anche un altare ellittico quale unico elemento non originale, che non è mai stato realizzato. Da notare la statua della Vergine in fondo all’aula e l’organo a canne posizionato vicino alla sagrestia; le opere artistiche in zona battesimale sono invece ad opera di G. Penone: tra di esse è presente il tabernacolo, progettato come un prisma verticale a custodia del vecchio tabernacolo ligneo, unico sopravvissuto all’incendio della vecchia chiesa.

Breve vita Autore

Mauro Galantino è un architetto che opera dalla fine degli anni Ottanta; la sua ricerca progettuale si sviluppa attraverso lo studio dei fenomeni urbani di recente pianificazione e attraverso l’intervento architettonico ed urbanistico nella città moderna, intesa come realtà socio-economica e territoriale. Accanto ad un’intensa attività professionale ha insegnato in diverse università europee. Le sue opere più significative sono il centro scolastico a San Giovanni Valdarno, Firenze (1998-2006), la casa al lago d’Orta (1991-97) e la riqualificazione di spazi urbani a San Lorenzo a Greve, Firenze (1991).

Altri progetti sacri

Il progettista si confronta in diverse occasioni con il tema dell’architettura sacra: alcuni esempi sono il centro parrocchiale Notre Dame du Rosaire a Les Lilas, Francia (2014) e il centro civico e religioso Gesù Redentore a Modena (2008-11).