La chiesa progettata da Guido Maffezzoli nel 1992 è circondata da alti palazzi abitativiai margini del quartiere Bonola a Milano. Il volume è un unico parallelepipedo a cui vieneaggiunto uno più piccolo che ospita la cappella feriale. Un alto porticato segnala l’ingressoe introduce in uno spazio semplice dominato dal soffitto a cassettoni in cemento armato.Il battistero viene collocato all’inizio della navata in asse con l’altare per stabilire il contatto tra ilbattesimo e la resurrezione del Cristo

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Impianto urbanistico e contesto di riferimento

L’edificio è collocato all’interno di un terreno non direttamente visibile dalla strada, donato dal Comune alla Diocesi per costruire una nuova parrocchia ai margini del quartiere Bonola a Milano. Esso si presenta come una costruzione anonima che non tradisce alcun legame con l’architettura religiosa ad esclusione di una timida Croce sulla parete Ovest: il parallelepipedo, sviluppato secondo un andamento orizzontale, si contrappone agli alti palazzi intorno costruiti precedentemente. Grazie alla sua forma e all’uso del colore, la chiesa rappresenta un insediamento discreto che possa accogliere i fedeli con semplicità senza imporsi sull’edilizia già esistente, ma proponendo alla comunità spazi pratici ed aperti, come dimostrano i campi dell’oratorio e il cortile presente nella parte posteriore; questo divide la chiesa da un altro edificio porticato che ospita gli ambienti parrocchiali e l’abitazione dei sacerdoti. Successivamente è stato aggiunto un passaggio coperto che mette in comunicazione i due corpi e chiude lo spazio aperto in mezzo a questi.

Facciata principale

L’intero edificio viene rivestito con pannelli cementizi chiari che rendono l’intero volume omogeneo; l’assenza di decorazioni e di studi compositivi della facciata tradiscono un richiamo all’architettura industriale, che ricorda il capannone usato negli anni precedenti. Sul lungo lato a Nord viene collocato, come unico segno rivelatore dell’ingresso, un piccolo porticato sorretto da sei colonne, valorizzato dall’angolo che viene a formarsi per la presenza del piccolo volume sporgente dal volume principale. La pensilina di questo pronao si presenta come un gesto d’accoglienza visibile da lontano: essa è collocata al termine del duplice accesso dalle strade intorno: sia da via Cechov, attraverso un percorso pedonale, sia da via Omodeo, dove è presente uno slargo che funge da parcheggio. Inoltre il porticato rappresenta l’unico spazio filtro tra la chiesa e l’esterno, poiché le porte presenti sul lato opposto si aprono direttamente sul cortile retrostante, mentre sulla facciata centrale sono aggiunte due paraste decorative per segnalare l’asse di simmetria dell’intero volume.

Organizzazione interna

La chiesa viene pensata come un’unica navata che accoglie nella parte terminale un sagrato rialzato e al di sopra un altare che domina l’intera aula. L’ingresso posto a lato direziona il fedele verso il battistero, posto strategicamente all’inizio della navata e in asse con l’altare: esso suggerisce l’inizio di un percorso di purificazione per arrivare all’incontro con Cristo. La severità dell’ambiente è sottolineata dalla mancanza di finestre e dalla presenza di un soffitto a cassettoni in cemento armato che viene tagliato in quattro punti da altrettanti lucernari, disposti in fila per evidenziare il percorso centrale già citato. L’illuminazione artificiale è garantita da lampade nascoste nelle mensole poste ai lati e alla stessa altezza della parete intonacata dietro all’altare; essa funge da fondale alla celebrazione e nasconde l’ingresso della sagrestia. L’unica variazione dello spazio è offerta dalla cappella feriale racchiusa dal volume sporgente all’esterno: essa è separata dall’aula assembleare tramite una parete aperta in alcuni punti ed accoglie al suo interno un altare minore, alcune statue votive e i confessionali. L’illuminazione viene anche qui nascosta da mensole senza rinunciare a piccoli lucernari di forma sia quadrata che circolare.

Caratteristiche strutturali

L’edificio è organizzato secondo uno struttura di muri e travi in cemento armato lasciato a vista con copertura piana a cassettoni.

Aspetti liturgico-pastorali

Anche se il battistero era previsto spostato contro la parete opposta dell’ingresso, la sua finale collocazione di fronte all’altare caratterizza maggiormente lo spazio dando un senso liturgico all’orizzontalità del volume. Infatti non è presente alcun elemento che converge verso l’altare, ma solo l’idea di un ambiente unitario che possa accogliere i fedeli in un clima assembleare, separato dall’esterno e con una visibilità interna completamente libera, in modo che sia prevalente il senso di partecipazione attiva alla celebrazione: il tutto all’interno di uno spazio che si pone come occasione di condivisione e riparo dalla vita frenetica di ogni giorno.

Opere d’arte

L’architetto non ha previsto alcuna decorazione per la chiesa, immaginando uno spazio neutro che favorisca il clima spirituale; col tempo è stato aggiunto il cancello esterno in ferro decorato con motivi geometrici e diversi elementi liturgici. Tra di essi è importante ricordare la Via Crucis e l’immagine sacra che raffigura il Cristo che accoglie i fedeli: entrambe le opere sono realizzate con la tecnica a mosaico. Quest’ultima opera si sviluppa lungo il fondale ed è circondata dalle parole “Venite a me…io vi ristorerò” poste ai lati e dal Crocifisso ligneo collocato nella parte superiore.

Breve vita Autore

Guido Maffezzoli è un architetto e già professore presso il Politecnico di Milano. All’interno della sua produzione architettonica possono essere ricordate opere importanti quali le residenze e uffici progettati in via Anelli a Milano (1955) e un edificio abitativo in via dei Partigiani a Bergamo (1953).

Altri progetti sacri

Il tema dell’architettura religiosa viene già precedentemente affrontato dell’architetto attraverso il progetto per la chiesa di San Biagio a Biella (1953) e la chiesa del Sacro Cuore (1962-64) realizzata a Ponte Lambro, alla periferia Sud-Est di Milano e presente nell’itinerario.