La chiesa è progettata da Giovanni Muzio nel 1955. Si inserisce diagonalmente per sfruttarelo spazio aperto antistante. Attraverso una facciata decorata con una tessitura geometrica inmattoni si accede in uno spazio a tre navate. L’aula dei fedeli si espande verticalmente versola parte terminale, interamente mosaicata da Mario Zappettini. Nella chiesa sono presenticitazioni tratte dai quattro vangeli, mentre il baldacchino posto dietro l’altare di Antonio Majocchiè stato rimosso

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Impianto urbanistico e contesto di riferimento

La costruzione della chiesa è avvenuta in breve tempo e con grande economia su un terreno destinato alla lottizzazione. Muzio decide di valorizzare al meglio lo spazio a disposizione disponendo la chiesa a quarantacinque gradi in modo da sfruttare l’angolo del lotto rivolto verso via Pezzotti come piazzale di pertinenza. Il complesso viene chiuso da due edifici parrocchiali tra loro simmetrici che sono costruiti lungo le vie laterali. In tal modo il progettista sfrutta l’allontanamento dalla strada e ricava una piccola porzione di verde urbano che funge da filtro prima di entrare in chiesa e, al di là di questa, destina il resto del lotto agli spazi aperti per l’oratorio.

Facciata principale

La facciata, di forma rettangolare, si presenta semplice e significativa nella sua trama geometrica che ne accentua la verticalità. La decorazione dei mattoni in rilievo e della cornice in pietra che valorizza i tre ingressi suggeriscono un movimento ascensionale che ha il suo culmine nella fascia superiore; essa è composta da cinque piccole cornici slanciate verso il cielo che inquadrano le statue dei quattro evangelisti e al centro, Gesù Cristo. Nella parte superiore domina un mosaico incassato della Madonna, mentre l’uso della pietra serve non solo a definire il basamento ma anche ad incorniciare i tre portali in bronzo; in particolare, sopra il più grande al centro, è collocata la lapide dedicatoria e il monogramma di Cristo. La composizione è chiusa da due torri ottagonali ai lati che ospitano il fonte battesimale e l’accesso alla passerella interna; allargando lo sguardo si possono notare gli archi in rilievo nella superficie in mattoni degli edifici parrocchiali che vanno interpretati come una firma del progettista.

Organizzazione interna

L’edificio è pensato come un volume unico a forma trapezoidale il cui spazio interno si allarga progressivamente verso l’altare sia in profondità che in altezza. Il primo effetto è reso possibile dalla disposizione dei pilastri non paralleli tra loro: essi separano la navata centrale dalle due laterali più piccole e ribassate e scandiscono un percorso che culmina nello spazio più ampio davanti all’altare. Al contrario di quanto accade in altri progetti, Muzio armonizza questi due ambienti grazie anche all’uso del secondo effetto, ovvero la successione di travi che sostengono una copertura in evidente ascensione fino alla grande trave reticolare che sancisce la fine della navata e lascia già intravedere l’ampiezza del transetto in cui è collocato l’altare. La progressiva altezza viene accentuata anche dalla successione di vetrate colorate, sotto il cui livello d’imposta corre la passerella che si sviluppa lungo tutto il perimetro della chiesa. Di fronte alle navate sono presenti tre nicchie geometriche rivestite da mosaici: le nicchie laterali sono dedicate alla Madonna e a San Giovanni Evangelista, mentre quella centrale si presenta come l’abside dell’intero edificio, con una copertura che discende fino a livello del terreno e avvolge l’organo alle spalle dell’altare. A destra invece è presente la sagrestia.

Caratteristiche strutturali

L’edificio è pensato in muri di laterizio pieno con l’innesto di pilastri a sezione quadrata in cemento. Le travi della navata centrale sono autoportanti, così come quelle disposte lungo il transetto ad andamento trasversale rispetto alle prime.

Aspetti liturgico-pastorali

L’apertura della pianta verso l’altare costituisce un importante passaggio dall’impostazione basilicale, ancora presente, verso un coinvolgimento maggiore dei fedeli durante la celebrazione, ricercato dall’impostazione centrale delle chiese post-conciliari. Il mosaico dorato e in particolare l’abside, illuminata da fonti di luce nascoste, esaltano la parte terminale del percorso di chi si avvicina a Cristo: il fedele è accompagnato infatti da numerose figure che narrano episodi del Nuovo Testamento. Di particolare effetto è la pala dietro l’altare, circondata da una cornice con mosaici e pietre incastonate; essa rappresenta l’episodio dei discepoli di Emmaus per simboleggiare il riconoscimento del Cristo al culmine di un percorso di purificazione che dall’inizio della chiesa porta all’altare. Infine grande importanza viene dato all’aspetto narrativo con il ricorso a numerose citazioni che richiamano i quattro evangelisti: nelle pareti del transetto sono presenti frasi tratte dal vangelo di Giovanni e Luca, sui muri interni della navata centrale quelle di Matteo e Marco.

Opere d’arte

Da ricordare il baldacchino sopra l’altare di Antonio Majocchi con sbalzi di rame di N. Galvanoni, ora rimosso. Le decorazioni dell’abside, della parte terminale e del soffitto sono ad opera di Mario Zappettini, mentre la Via Crucis in cotto appesa sui pilastri è realizzata da Ruffini.

Breve vita Autore

Giovanni Muzio è stato un progettista che ha contribuito ad arricchire il dibattito sull’architettura moderna, mantenendo sempre il legame con il classicismo, attraverso il rinnovato uso in chiave moderna dei suoi elementi fondativi. Se all’inizio opera all’interno del gruppo artistico e architettonico Novecento, fin dagli anni Trenta assume un linguaggio autonomo. All’interno della sua vasta produzione si possono citare numerosi esempi di edifici dalla forte carica formale: la casa in via Moscova, denominata “Ca’ Bruta” (1919-23), Il Palazzo dell’arte al parco Sempione (1932-33), la sede dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (1929-49), la sede del “Popolo d’Italia”, ora Palazzo dei Giornali (1938-42), tutti presenti a Milano, città in cui ha vissuto e principalmente lavorato. Accanto all’attività di architetto ha insegnato presso il Politecnico di Milano e di Torino.

Altri progetti sacri

Il rapporto con l’architettura sacra è una costante della sua opera e si sviluppa lungo tutta la carriera professionale. Un legame che si crea e si solidifica in particolare con l’ordine francescano. E’ bene ricordare al riguardo Sant’Antonio a Cremona (1936-36); la chiesa di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa (1932, 1960), il complesso dell’Angelicum (1939-47) e San Giovanni Battista alla Creta (1956-58) a Milano e infine la basilica dell’Annunciazione a Nazareth (1959-69).