La chiesa, inserita nel quartiere Barona a Sud-Est di Milano, viene progettata nel 1988 daUrbano Pierini e Marcello Pierantoni. Il grande porticato rialzato e sostenuto da colonneondulate in mattoni si protende in avanti e regola la distribuzione dei servizi parrocchialie della chiesa. Questa presenta una pianta triangolare il cui vertice ospita il presbiterioe l’innalzamento della copertura. Gli arredi sono progettati da Gio Pomodoro, tranne il Crocifissoad opera di Giacomo Manzù

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Impianto urbanistico e contesto di riferimento

La chiesa viene pensata per rispondere all’espansione del quartiere Barona, situato alla periferia Sud-Ovest di Milano e teatro di un elevato incremento demografico fin dagli inizi degli anni Ottanta. L’edificio sostituisce un vecchio capannone industriale, adibito a luogo di culto per i nuovi insediamenti sviluppati nei pressi del parco Teramo, e si presenta come un punto di riferimento non solo per le esigenze spirituali della comunità, ma anche per i suoi bisogni di incontro e condivisione; la sua relazione con gli spazi aperti circostanti e con il centro civico, costruito successivamente di fronte, esalta il ruolo aggregativo in un contesto urbano dove il territorio ha una connotazione ancora agricola e uno sviluppo edilizio diradato.

Facciata principale

La facciata è costituita da una superficie rivestita in mattoni che richiamano le vecchie cascine presenti nel quartiere. L’ingresso viene pensato rialzato rispetto al terreno e accessibile tramite un ampio porticato che funge da zona di distribuzione sia per la chiesa, sia per le funzioni parrocchiali collocate ai lati: esse si sviluppano su tre livelli (due fuori terra e uno seminterrato) e ospitano nella parte sinistra le aule di catechismo e la sala per manifestazioni, mentre a destra è presente un piccolo cortile che conduce all’accesso secondario e al campo sportivo posteriore. In questa parte sono collocate aule per la parrocchia, una cappella, una sala di ritrovo e l’abitazione del parroco. La disposizione dei volumi lungo il fronte strada consente al corpo della chiesa vera e propria di arretrare in una posizione protetta e riparata. Il porticato a doppia altezza è il vero elemento connettore tra la chiesa e la città: il suo angolo rivolto verso la piazza suggerisce un invito ad entrare e la doppia cornice che lo chiude si sviluppa per i due fronti laterali, accentuando l’orizzontalità complessiva del volume. L’unica decorazione viene lasciata alle colonne ondulate e, ad esclusione di quella centrale, addossate al muro perimetrale con inediti effetti di chiaroscuro. Analogamente alla copertura esterna, anche la facciata principale si piega in avanti verso la strada: in questo caso lo spessore dei muri subisce un aumento per sostenere, insieme ad altri due pilastri all’interno dell’aula, il campanile che si eleva al centro a completare la composizione. Nel progetto originale era invece prevista una lanterna, poi cambiata. Inoltre nel sagrato coperto viene ricavato una piccola area verde con un ulivo piantato e una Croce lignea.

Organizzazione interna

La pianta è un semplice triangolo isoscele di cui la facciata principale rappresenta la base e la zona dell’altare l’angolo opposto. Lo spazio interno si presenta molto luminoso per le pareti intonacate di bianco e per i numerosi tagli presenti nelle pareti perimetrali; la loro continuità viene spezzata da due volumi, a base triangolare, aggiunti al corpo principale. Se quello a destra ospita l’accesso alla sagrestia, entrambi sono segnalati dalla presenza delle colonne ondulate, disposte lungo l’asse del muro. La chiesa è impostata secondo una precisa valorizzazione degli angoli dove trovano posto i luoghi significativi per la vita liturgica. Dall’ingresso il fedele può scorgere sulla sinistra il battistero, rialzato di tre gradini, e sulla destra la cappella feriale, con pavimento ribassato e una vetrata colorata che la separa dall’aula assembleare. Tra questi spazi e l’ingresso sono ricavati i confessionali. Infine l’angolo di fronte all’accesso principale ospita il luogo della celebrazione: esso viene illuminato direttamente da un lucernario e chiuso da un soffitto che si rialza improvvisamente suggerendo una continuità spaziale rivolta verso l’alto. La soluzione assume particolare effetto per la contrapposizione all’andamento discendente della copertura che accompagna, assieme ai quattro tagli verticali, il fedele fino all’altare. Il chiarore delle travi in legno lamellare invece si contrappone alla colorazione scura del granito usata per la pavimentazione. Sono presenti infine una balconata opposta all’altare che ospita il coro, l’organo e ulteriori spazi per i fedeli, mentre tutte le vetrate sono state recentemente decorate con figure colorate.

Caratteristiche strutturali

L’edificio viene costruito in cemento armato con travi in legno lamellare e rivestimento esterno in laterizio. Per il porticato esterno il sostegno della copertura è garantito dalle colonne, mentre l’aula della chiesa si basa su un sistema di muri perimetrali convergenti.

Aspetti liturgico-pastorali

L’edificio viene concepito secondo criteri di semplicità e razionalità delle forme. I progettisti immaginano un ambiente unitario che converga verso il fulcro della funzione: la forma della chiesa suggerisce un preciso movimento che, partendo dall’accoglienza del mondo esterno finisce per concentrare la propria attenzione sul Mistero Divino; al contrario essa può essere intesa come il messaggio di Dio che si diffonde dall’altare per tutto il quartiere. Inoltre viene posta molta attenzione all’uso della luce per definire l’importanza dei diversi spazi e chiarire il percorso che il fedele deve compiere per arrivare all’incontro con Gesù: un percorso aperto ed accogliente che attraversa momenti di riflessione e meditazione per giungere al chiarore della rivelazione.

Opere d’arte

Tutti gli arredi della zona celebrativa sono stati concepiti da Gio Pomodoro in stretta collaborazione con i progettisti. Il fonte battesimale è realizzato in botticino, la Via Crucis è opera di artisti della Val Gardena, mentre il Crocifisso è di don Marco Melzi. Forte è il richiamo al miracolo di Lourdes a cui la chiesa deve la sua dedicazione: è presente una statua in legno scuro di Andrè Lacome che raffigura la Madonna apparsa a Santa Bernardetta; inoltre nella parete è stata inserita una piccola pietra che proviene proprio dalla grotta di Lourdes. Infine è presente un monumentale organo a canne.

Breve vita Autore

Urbano Pierini è un architetto che opera nel campo della progettazione architettonica ed urbanistica, sia a livello privato che pubblico. Ha collaborato con il Centro Studi del Piano Intercomunale Milanese, e ha curato in particolar modo la realizzazione dei nuovi Piani Regolatori di Milano e Cremona e la loro attuazione sino al 1981. Suoi sono inoltre i progetti di riqualificazione territoriale di diversi centri industriali e direzionali di aziende italiane ed estere. Marcello Pierantoni ha affiancato alla professione di architetto una ricerca artistica molto prolifica che si è avvalsa dei più diversi materiali secondo una prassi sperimentale.