La chiesa viene progettata da Antonio Ignazio Faranda a Caleppio di Settala nel 1988.Essa si presenta come un volume compatto a forma irregolare chiuso da un’articolata coperturaa falde spioventi. L’uso del mattone richiama i vecchi cascinali lombardi, mentre l’interno èdominato dal presbiterio che riceve luce direttamente da un lucernario.I fedeli raccolti intorno all’altare sono compresi tra due bassi muri e sovrastati dalla grandetrave in legno lamellare che conduce al Crocifisso ligneo

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Impianto urbanistico e contesto di riferimento

Il complesso parrocchiale si inserisce all’interno del paese di Caleppio, situato nei pressi dell’aeroporto di Linate, a Est di Milano, e caratterizzato prevalentemente da villette a schiera e piccole palazzine. Il volume della chiesa è posto in asse con via Dante e gode di un ampio spazio intorno per la grandezza del lotto a disposizione: esso viene concepito per essere un’architettura visibile da più punti, con un controllo compositivo rigido ma libero da qualsiasi allineamento con gli edifici circostanti. Il muro basso in mattoni che si sviluppa sul fronte principale viene interpretato come un recinto che definisce lo spazio esterno per l’incontro dei fedeli, al riparo dalle macchine parcheggiate accanto. L’utilizzo del mattone invece è un chiaro riferimento ai vecchi cascinali lombardi che hanno caratterizzato il territorio circostante, ancora in buona parte agricolo.

Facciata principale

L’edificio viene articolato su due livelli a base quadrata ma ruotati di quarantacinque gradi uno rispetto all’altro: in tal modo l’architetto progetta le facciate composte da continue rientranze e sporgenze che si alternano tra loro creando effetti volumetrici inediti. L’ingresso è inquadrato dal tetto spiovente che si proietta in avanti fino formare un piccolo spazio coperto che funge da filtro per l’accoglienza in chiesa. I muri convergenti che rialzano la copertura non si toccano per la presenza dell’angolo vetrato: essi offrono un’interessante gioco di elementi concavi e convessi attraverso la superficie della fascia inferiore e il sagrato rialzato che segue lo stesso andamento del tetto. Sulla parte destra è presente invece un altro corpo rettangolare che ospita le opere parrocchiali; l’innesto tra i due edifici viene rimarcato da un cortile interno e da un ulteriore sagrato verso cui tende la parete diagonale della copertura, mentre, sulla parte opposta, si trova l’ingresso secondario, affacciato sulla strada laterale.

Organizzazione interna

La pianta è un quadrato irregolare che si espande e si contrae al di sotto della copertura rigidamente quadrata, per ospitare le diverse funzioni liturgiche: ai lati dell’ingresso sono collocati i confessionali e sulla parte sinistra trova spazio il battistero; entrambi gli ambienti sporgono rispetto alla copertura. Lo spazio unitario viene completato dall’altare, a sua volta inquadrato da due piccoli volumi interni; questo si presenta come il punto di convergenza della grande trave lamellare che corre lungo il tetto e dei due muri disposti lungo le panche, i quali sono concepiti per dividere l’ambiente centrale, leggermente discendente verso la zona di celebrazione, dai percorsi laterali. Sulla destra è presente invece la sagrestia e l’accesso ai servizi della parrocchia. Grande ruolo viene dato alla luce poiché non esistono finestre ad eccezione di alcune feritoie poste accanto agli ingressi e dietro al seggio del celebrante: all’interno di questo ambiente soffuso viene immaginato un grande lucernario che fa entrare luce direttamente sull’altare con un effetto suggestivo, amplificato dal fatto che la luce viene tenuta nascosta a chi, dal centro dell’aula, partecipa alla liturgia.

Caratteristiche strutturali

L’edificio viene concepito con una struttura di muri portanti in laterizio e travi in legno lamellare che sostengono il tetto a doppia falda. Tra la parte inferiore dei muri perimetrali e quella inferiore corre una soletta in cemento che poggia, nei punti di massima sporgenza, su colonne dello stesso materiale. Il mattone e il cemento sono lasciati a vista, sia all’esterno che all’interno.

Aspetti liturgico-pastorali

L’edificio si presenta come un ambiente semplice e accogliente. Il progettista si affida a volumi geometricamente semplici ma disposti secondo un’articolazione complessa per creare un’architettura dinamica che possa essere un punto di riferimento per l’edilizia anonima circostante. L’ambiente interno ricerca nel suo sviluppo unitario un senso di accoglienza ma dal forte carico spirituale: la luce tenue presente nello spazio assembleare e la sua esplosione al di sopra dell’altare contribuisce a definire una scenografia che non solo catturi il fedele ma lo prepari nel modo migliore all’incontro con il Divino.

Opere d’arte

L’edificio non presenta rilevanti opere d’arte ad eccezione del Crocifisso collocato al di sotto della grande trave che valorizza lo spazio dedicato all’altare. Recentemente sono state poste due icone dietro l’altare, a sinistra e a destra della sedia del celebrante, che raffigurano la Natività e la Resurrezione di Gesù Cristo.

Breve vita Autore

Antonio Ignazio Faranda è stato un architetto milanese che ha operato in diversi campi, dalla progettazione architettonica alla direzione di lavori in cantiere, dall’arredamento all’urbanistica. Egli ha lavorato a diversi piani regolatori per le città di Bergamo e Saronno e si è occupato del recupero del centro storico di Vaprio d’Adda; ha inoltre realizzato nella sua carriera interventi sia pubblici, come il quartiere Gescal a Nerviano, Milano, sia interventi privati, come dimostra il Centro Sportivo con palestra e piscina per l’Istituto San Carlo a Milano.

Altri progetti sacri

Il tema dell’architettura sacra è presente fin dai primi lavori: oltre alla chiesa già citata è importante ricordare la chiesa parrocchiale a Dorga della Presolana, Bergamo (1969), Cristo Risorto a Cassano d’Adda (1972) e la chiesa del Beato Cardinal Ferrari a Legnano, Milano (1981).