La chiesa viene progettata da Giovanni Muzio nel 1956 al centro del quartiere Assisi aSud-Ovest di Milano. Decorata con una trama geometrica in mattoni, essa si affaccia su unampio sagrato ed è inquadrata da una vela sporgente.Lo spazio interno si sviluppa in tre navate che si aprono in lunghezza e in altezza verso la zonadell’altare; la statua del Battista all’esterno è di Carlo Paganini, mentre gli affreschi dellaretrostante cappella di Sant’Antonio sono ad opera di Pompeo Borra

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Impianto urbanistico e contesto di riferimento

La chiesa viene concepita come fulcro del nuovo quartiere periferico a Sud-Est di Milano compreso tra via Inganni e via Bisceglie. L’edificio è frutto dell’intesa tra la comunità francescana, alla quale viene affidata la parrocchia, e la famiglia Cabassi, che finanzia la costruzione dell’intero complesso. Il lotto in cui viene collocata la parrocchia è molto esteso e permette di avere ampi spazi nella parte anteriore, come una piazza e un ampio sagrato, e nella parte superiore numerosi campi aperti per l’oratorio. Per la sua lontananza rispetto agli edifici affacciati sulla piazza tale architettura può essere ammirata da molti punti di vista con un cono visuale molto ampio, in un’organizzazione di spazi libera, sia all’interno che all’esterno, che anticipa il rinnovamento promosso dal Concilio Vaticano II (1962-65). Il complesso prevede anche l’edificio che ospita la comunità dei francescani e il campanile a sinistra, mentre a destra si sviluppano l’oratorio e gli uffici parrocchiali.

Facciata principale

La facciata è costituita da un atrio d’ingresso che si sviluppa perpendicolarmente rispetto al volume della chiesa con una lunghezza pari alla parte terminale dell’edificio: in tal modo il volume comprende l’intero sviluppo dell’architettura alle sue spalle e raccorda le finestre verticali che si succedono disposte a scacchiera. Tale volume è decorato con una tessitura geometrica in mattoni che richiama le chiese romaniche lombarde. Al centro sono presenti tre ingressi rialzati e inquadrati da una cornice in pietra, al cui culmine è collocata la statua di San Giovanni Battista. Gli ingressi sono arretrati in modo da creare un secondo sagrato e si presentano come elementi autonomi: le pareti infatti sono ricoperte da incisioni mentre la piccola calotta è interamente mosaicata. Sulla parte sinistra è presente un pulpito in pietra rivolto al sagrato; chiude la composizione la parte terminale del tetto che discende e risale a sbalzo al di sopra dell’ingresso per segnalarne con efficacia la presenza.

Organizzazione interna

Prima di entrare il fedele accede in un atrio stretto alle cui estremità si trovano il battistero con le pareti ricche di mosaici e, dall’altra parte, il Crocifisso; il progettista ha concepito lo spazio come elemento separato per offrire un altro luogo di preghiera senza l’obbligo di entrare in chiesa. La pianta libera, definita a giglio, permette di creare un ambiente che progredisce armoniosamente fino allo spazio davanti all’altare: le pareti esterne curvilinee si aprono alle cappelle laterali disposte intorno all’altare maggiore, mentre le due file di dodici colonne sembrano scomparire per lasciare il fedele immerso nello spazio unitario della chiesa, percepito come un ambiente fluido e continuo. Muzio inoltre non rinuncia ad un’espansione progressiva anche dal punto di vista verticale, così come ripresenta elementi della tradizione classica che caratterizzano le cappelle e l’altare: il triangolo infatti ritorna sia con i timpani degli altari laterali sia nella struttura dietro al tabernacolo. A livello planimetrico le due coppie di cappelle sono collocate davanti a due ambienti nascosti ai fedeli: la sacrestia a sinistra, la cappella di Sant’Antonio a destra. Inoltre vengono evidenziate con un diverso trattamento la fascia basamentale e la fascia superiore che si rialza a sostegno del tetto: la prima è lasciata in mattoni a vista, mentre la seconda è intonacata.

Caratteristiche strutturali

La chiesa viene concepita con struttura in mattoni pieni che sostengono, assieme ai pilastri in cemento, travi a prisma triangolare che si allungano in corrispondenza dello spazio sopra l’altare; l’effetto generato è lo sviluppo di un tetto continuo ad andamento spezzato.

Aspetti liturgico-pastorali

Le cappelle sono tutte munite di altari per la loro originaria funzione di ospitare le messe personali che ogni prete poteva celebrare prima della riforma conciliare. Il tema delle rappresentazioni vuole ricordare i punti cardini su cui viene fondata la nuova comunità pastorale: le donne, la famiglia, l’ordine francescano e i giovani. A testimonianza della destinazione collegiale della chiesa viene prevista un luogo di meditazione e penitenza dei frati nelle piccole celle all’interno della cappella di Sant’Antonio. Il pulpito e l’altare sono stati adeguati dallo stesso progettista in linea con le esigenze celebrative post-conciliari. L’abside viene racchiusa dalla copertura che discende fino a chiudere lo spazio del coro destinato alla comunità francescana, con il grande graffito della Gerusalemme celeste visibile da ogni punto della chiesa. Grande importanza viene dato all’aspetto narrativo per la scelta di offrire un piano di lettura al fedele lungo le travi del solaio: su di esso sono presenti decorazioni pittoriche assieme a citazioni del Vangelo ad opera di Mario Zappettini e Giacomo Manzù.

Opere d’arte

Nella chiesa sono presenti numerose opere d’arte: all’esterno sono da ricordare la statua in marmo del Battista di Carlo Paganini e le incisioni che raffigurano la vita del santo sulla parete d’ingresso di Antonio Majocchi, autore anche del monogramma di Cristo sul pulpito. Il battistero viene decorato dai mosaici di Enzo Morelli con la tematica della Natività e l’illustrazione del Credo, mentre i bassorilievi in bronzo sono di Lorenzo Pepe. Le cappelle laterali ospitano L’Immacolata di Glauco Baruzzi, Lo Sposalizio di Maria e Giuseppe di Trento Longaretti, San Francesco d’Assisi nell’atto di ricevere dal Serafino alato il sigillo delle stimmate di Silvio Consadori e il Sacro Cuore di Mariano Donizetti. L’altare è rivestito con una varietà di pietre e marmi: sulla parte destra è esposto un Crocifisso di San Damiano, mentre il Crocifisso bronzeo che si trova sopra l’altare è di Angelo Bianchi. Infine le formelle lignee del leggio sono realizzate da Antonio Majocchi e il ciclo di affreschi nella cappella di Sant’Antonio sono ad opera di Pompeo Borra.

Breve vita Autore

Giovanni Muzio è stato un progettista che ha contribuito ad arricchire il dibattito sull’architettura moderna, mantenendo sempre il legame con il classicismo, attraverso il rinnovato uso in chiave moderna dei suoi elementi fondativi. Se all’inizio opera all’interno del gruppo artistico e architettonico Novecento, fin dagli anni Trenta assume un linguaggio autonomo. All’interno della sua vasta produzione si possono citare numerosi esempi di edifici dalla forte carica formale: la casa in via Moscova, denominata “Ca Bruta” (1919-23), Il Palazzo dell’arte al parco Sempione (1932-33), la sede dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (1929-49), la sede del “Popolo d’Italia”, ora Palazzo dei Giornali (1938-42), tutti presenti a Milano, città in cui ha vissuto e principalmente lavorato. Accanto all’attività di architetto ha insegnato presso il Politecnico di Milano e di Torino.

Altri progetti sacri

Il rapporto con l’architettura sacra è una costante della sua opera e si sviluppa lungo tutta la carriera professionale. Un legame che si crea e si solidifica in particolare con l’ordine francescano. E’ bene ricordare al riguardo Sant’Antonio a Cremona (1936-36) e il complesso dell’Angelicum (1939-47); la chiesa di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa (1932, 1960) e dei Quattro Evangelisti (1954-55) a Milano, presenti nell’itinerario e infine la basilica dell’annunciazione a Nazareth (1959-69).