La chiesa di Benvenuto Villa e Mariarosa Zibetti è costruita nel 1963 nel quartiere Vialba, situatonella periferia Nord di Milano. Essa è caratterizzata dalla copertura parabolica in cemento checopre l’intera aula circolare: l’ambiente interno viene valorizzato dal presbiterio illuminato inmodo scenografico e dalle pareti curve che nascondono una cappella e il battistero.Le vetrate colorate sono disegnate da padre Ambrogio Fumagalli, mentre il Crocifisso ligneo èad opera di Romano Rui

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Impianto urbanistico e contesto di riferimento

La chiesa sorge all’interno del quartiere progettato dall’INA-Casa a partire dagli anni Cinquanta davanti all’ancora esistente abitato di Vialba, nella periferia Nord di Milano: essa si colloca all’interno dell’espansione del primo nucleo ed è stata costruita prima che il nuovo quartiere, denominato “Vialba II” fosse terminato, a causa della difficile transizione, a partire dal 1963, dall’INA-Casa al nuovo ente di edilizia pubblica Gescal. La nuova gestione pubblica ha in seguito modificato il progetto degli edifici attorno riducendo il numero e l’altezza dei portici e aumentando quella delle abitazioni, snaturando così il rapporto tra la chiesa e la piazza progettata per essa. La copertura a conchiglia avrebbe dovuto dare l’impressione di stare al di sopra del corpo della chiesa e della linea di gronda degli edifici circostanti. Inoltre tale architettura era concepita come un fondale per il grande viale che taglia il quartiere di Quarto Oggiaro; tuttavia il rapporto ribaltato con gli edifici la trasforma in un gioiello nascosto dai palazzi residenziali senza poter caratterizzare lo spazio urbano del quartiere.

Facciata principale

L’edificio si presenta come un volume unitario connotato da una forte plasticità e dominato dalla copertura a parabola che si rialza in prossimità dell’altare. L’ingresso è collocato nell’interruzione della superficie circolare che avvolge l’intero spazio interno ed è caratterizzato da un portone in legno decorato con motivi geometrici; esso è ben visibile per il contrasto che genera con il muro intonacato di bianco. La sua disposizione, decentrata rispetto all’intero edificio, è concepita per concludere il percorso di avvicinamento disegnato sulla piazza che porta il fedele ad una quota più alta attraverso scalinate, rampe e un ampio sagrato dotato di sedute. Infine il progettista immagina alcune soluzioni che rendono più interessante il corpo esterno della chiesa: se da una parte prevede il rivestimento in cotto per la parte posteriore, affacciata sui campi da gioco e pensata come sostegno della parabola in ascesa, dall’altra si trova, affacciato sulla piazza, un taglio semicircolare che ospita una vetrata colorata di grande suggestione. Sono presenti inoltre altri due ingressi alla chiesa: uno centrale, diretto al battistero, e uno laterale nella parte opposta a quello principale. Al livello inferiore sono collocati aule per l’oratorio e uno spazio teatrale.

Organizzazione interna

Lo spazio interno è caratterizzato dall’incontro di diversi cerchi che donano dinamicità e continuità: infatti, sebbene non ci siano divisioni interne, l’ambiente risulta composto da zone differenti grazie all’uso di diverse rientranze e sporgenze, unite alle differenti altezze della copertura. L’ingresso immette nello spazio centrale dove sono raccolti i fedeli; la copertura ribassata lo mette in contrapposizione con gli altri ambienti che gravitano attorno: a destra, non visibile dall’accesso, è racchiuso il battistero, mentre una grande fascia rialzata accoglie altre panche fino a giungere ad una cappella, anch’essa avvolta dai muri sinuosi e sovrastata da un solaio a calotta. Tale fascia è illuminata da due grandi vetrate colorate a mezzaluna e ospita, lungo il suo perimetro, i confessionali; questi sono inseriti in un volume aggiunto alla chiesa e sono illuminati da piccoli lucernari. La parete si interrompe per lasciare spazio alla sagrestia e ai locali tecnici e riprende, in posizione più avanzata, per accogliere lo spazio dell’altare. Esso risulta l’ambiente più suggestivo poiché è illuminato direttamente da una vetrata a goccia presente nella parte più alta della copertura parabolica. Posteriormente è presente una grande balconata che ospita il coro; da questa è possibile vedere le travi radiali che sostengono la vela. Nella parete che chiude la zona di celebrazione è presente un ulteriore taglio che conduce agli ambienti dietro all’altare come la sagrestia e servizi parrocchiali.

Caratteristiche strutturali

L’intera struttura è in cemento armato in un sistema di muri perimetrali ed interni che sostengono le travi radiali, anch’esse in cemento, a supporto della copertura rivestita in rame che ruota su se stessa.

Aspetti liturgico-pastorali

L’ambiente circolare denota la precisa intenzione di valorizzare l’aspetto assembleare della celebrazione; l’altare appare come il riferimento visivo attorno al quale ruota tutta la chiesa, sia per l’illuminazione puntuale, sia per la sua disposizione che sembra suggerire il punto di origine di uno spazio continuo ed avvolgente. Le uniche interruzioni presenti ospitano momenti diversi della liturgia, non visibili dall’altare ma non per questo separati dallo spazio interno. L’innovazione di un ambiente fluido e allo stesso tempo raccolto, accetta la sfida proposta dal Concilio Vaticano II (1962-65) di concepire spazi liturgici che favoriscono la partecipazione tra i fedeli. Uno spazio valorizzato anche da un uso scenografico della luce, capace di valorizzare un luogo scarno e privo di decorazioni: uno spazio che possa comunicare l’idea della Resurrezione in un passaggio stupefacente dall’oscurità alla luce, dalla morte alla vita.

Opere d’arte

La chiesa viene concepita in stretto contatto con diverse opere d’arte: le vetrate sono realizzate secondo i disegni di padre Ambrogio Fumagalli, il Crocifisso centrale che domina l’altare è in legno d’ulivo e ad opera di Romano Rui; la Via Crucis in terracotta e la pietà in marmo presente nella cappella sono realizzate da Mario Rudelli mentre il tabernacolo con ceramiche è di Albino Reggiori.

Breve vita Autore

Benvenuto Villa è un architetto che partecipa con diversi progetti alla ricostruzione milanese nel secondo dopoguerra in collaborazione con la committenza pubblica e con un particolare interesse verso la ricerca di nuovi spazi abitativi, come testimonia il quartiere “Vialba I” a Milano negli anni Cinquanta.