La chiesa viene progettata nel quartiere milanese di Baggio da Luigi Figini e Gino Pollini eviene inaugurata nel 1955. Essa è un esempio della politica di sviluppo urbano nelle periferienel dopoguerra ed è costruita in cemento e mattoni, senza l’aggiunta di elementi decorativi.Se l’esterno richiama i moderni capannoni industriali, l’interno risulta suggestivo per l’usocontrollato della luce che valorizza l’altare, sopra il quale appare sospeso un crocifisso di PadreCostantino Ruggeri

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Impianto urbanistico e contesto di riferimento

L’edificio si presenta come una chiesa inserita nel quartiere operaio di Baggio, costruito nel secondo dopoguerra. Il rigore della facciata, l’uso di materiali industriali e la mancanza di decorazione denotano un preciso intento di richiamarsi alle case intorno. La sua posizione centrale all’interno del quartiere lo identifica come fulcro urbano che spicca tra le abitazioni basse poste ai margini di viale delle Forze Armate, la grande via che congiunge il quartiere storico di Baggio con il resto della città. L’intervento è uno dei primi esempi della collaborazione tra la Diocesi di Milano e il mondo architettonico per la progettazione e costruzione di nuove chiese moderne pensate per i quartieri periferici. Questo incontro è dovuto alla comunione d’intenti tra il cardinale Schuster (e Montini poi) e, in particolare, Luigi Figini, uno dei due progettisti, molto attivo nel dibattito sull’architettura sacra del dopoguerra. La presenza della statua della Vergine dei poveri donata dai minatori di Limburg (Belgio) il 2 novembre 1949, crea un legame simbolico tra questi e gli operai milanesi.

Facciata principale

La facciata a capanna appare molto semplice e scarna con fasce alternate di cemento e mattoni; all’interno della muratura sono presenti alcune bucature rettangolari e una centrale a forma di croce che denuncia la funzione dell’edificio. Entrando si accede ad uno spazio di accoglienza che funge da filtro tra l’esterno e l’interno. Anche se erano stati previsti un portico e un battistero ottagonale esterno, posto a sinistra rispetto alla facciata, lo spazio che separa la chiesa dalla strada va a creare una distanza di rispetto per l’edificio religioso e costituisce una piazza di ritrovo per i fedeli.

Organizzazione interna

Gli architetti hanno posto molta attenzione alla progettazione dello spazio interno: grazie ad un uso controllato e scenografico della luce sono riusciti a creare un’atmosfera di raccoglimento e stupore che valorizza molti aspetti liturgici e pastorali. In particolare la decisione di non illuminare le navate minori concentra un maggiore effetto sulla navata centrale: concepita con una copertura più alta, riceve luce filtrata da un muro in mattoni di pietra alternati tra loro. L’effetto “traforato” di tali pareti attenua la luce ricevuta dai lucernari che illuminano direttamente i corridoi, posti al di sopra delle navate laterali e affiancati da logge in comunicazione con l’esterno. L’intero ambiente viene caratterizzato da piccole fonti luminose schermate da paste vitree colorate, e nonostante in alcuni punti la luce entri direttamente, la fonte viene sempre nascosta: è ciò che avviene nella navata di destra dove alcune finestre illuminano le travi senza essere visibili. Al termine di tale navata il percorso continua attraverso una scala che porta ad una balconata superiore che affaccia sull’altare; da qui è possibile scendere lungo la scala opposta e ritornare lungo la navata di sinistra, secondo un’idea di percorso continuo. Inoltre alla base delle scale ve ne sono altre che portano alla cripta ad archi ribassati, al di sotto dell’altare. Le travi di cemento definiscono l’ambiente quadrato centrale che ospita la celebrazione: lo spazio luminoso al di sopra è racchiuso su due lati da pareti che riprendono l’effetto “traforato”, mentre gli altri due sono invece aperti ai fedeli, sia davanti che dietro l’altare. La sensazione di essenzialità viene completata dall’uso espressivo dei materiali; se il cemento è trattato senza rivestimenti, le tamponature in mattoni (con interposta una camera d’aria per isolare) sono finite ad intonaco rustico.

Caratteristiche strutturali

La struttura di cemento armato è costituita da pochi pilastri che sostengono travi di quattordici metri di ampiezza. Le travi trasversali presentano forature esagonali; insieme alle travi di copertura formano una gabbia di irrigidimento che permette di avere una struttura solida che si avvale anche del sostegno dei pilastri perimetrali e dei travetti delle navate laterali. L’ambiente al di sopra dell’altare appoggia su quattro pilastri e ha una struttura di cemento armato a traliccio con uno sbalzo su due lati.

Aspetti liturgico-pastorali

Il luogo che ospita l’altare cattura tutta l’attenzione ed è pensato come punto di convergenza e massima spiritualità, accentuato da una cascata di luce che investe il celebrante attraverso quarantanove aperture quadrate. Il ruolo centrale di tale ambiente è reso possibile sia dalla posizione più elevata e sia dalla forma esagonale del coro posteriore che evidenzia ancora di più l’altare come fulcro di ogni aspetto celebrativo. Non meno importante è la posizione di quest’ultimo rivolta verso i fedeli, al fine di valorizzare il significato della chiesa come luogo assembleare, all’interno del quale le persone si sentano partecipi e non spettatori della funzione eucaristica. Tale visione rappresenta un importate indirizzo perseguito dal Concilio Vaticano II (1962-65) ed è significativo che la costruzione della chiesa sia avvenuta otto anni prima. Infine è da notare come il ritmo compositivo delle travi e dei pilastri in successione rappresenti un percorso di avvicinamento al Divino; inoltre anche il pulpito è inserito in un ritmo preciso, in quanto la scala che sale al leggio è posta in opposizione alla scala che invece scende al piano della cripta.

Opere d’arte

Il grande Crocifisso in cemento e cristalli colorati ad opera di padre Costantino Ruggeri assume un particolare risalto per la sua posizione centrale, in sospensione sopra l’altare, e per la semplicità della chiesa. Dello stesso autore sono presenti anche una lampada e un tabernacolo di rame nella cripta, mentre il tabernacolo in bronzo sull’altare e il Crocifisso in legno sono stati eseguiti dalla scuola Beato Angelico; l’altare maggiore è realizzato in marmo cipollino dorato bocciardato.

Breve vita Autore

Luigi Figini e Gino Pollini hanno costituto a partire dagli anni Venti del secolo scorso un duraturo e felice sodalizio che ha prodotto numerose architetture all’interno del dibattito critico del Movimento Moderno in Italia: tra esse sono presenti la Casa elettrica (1930), esposta alla IV Triennale di Monza, e la Villa studio per un artista (1933) esposta alla V Triennale di Milano. Collaborano ampiamente con Adriano Olivetti ad Ivrea per il quale ampliano le officine ICO (1939, 1942, 1949, 1957), e costruiscono un asilo nido con case popolari a Borgo Olivetti (1939-40), le case per impiegati (1940-42) ed edifici per servizi sociali (1952). Insieme allo studio BBPR lavorano al piano regolatore della Valle d’Aosta (1936). A Milano, oltre a numerose abitazioni, lo studio ha progettato la sede della libreria Hoepli (1955-59).

Altri progetti sacri

Pur essendo Luigi Figini molto sensibile al tema dell’architettura religiosa, lo studio realizza poche altre opere di tale tipologia. Nell’itinerario è presente il complesso parrocchiale di Santi Giovanni Battista e Paolo (1964-68) al quartiere Bovisa di Milano, mentre è da ricordare il progetto per la chiesa di Mater Ecclesiae a Roma (1978).